Catalogna, Puigdemont rinuncia a candidatura presidente: ci saranno due governi

Catalogna, Puigdemont rinuncia a candidatura presidente: ci saranno due governi
Giovedì 1 Marzo 2018, 21:55 - Ultimo agg. 2 Marzo, 17:52
3 Minuti di Lettura
Carles Puigdemont ha annunciato questa sera di avere rinunciato «per ora» alla rielezione alla presidenza della Catalogna lanciando la candidatura di Jordi Sanchez, il leader indipendentista da 4 mesi in carcere a Madrid. La mossa del President sblocca la lunga crisi istituzionale catalana, ma con un percorso che rimane ignoto. E dopo mesi senza governo per la decapitazione delle istituzioni ordinata da Madrid all'indomani della proclamazione della "repubblica" la Catalogna ribelle avrà ora ben due esecutivi, uno dei quali in esilio.

Le due grandi famiglie dell'indipendentismo JxCat dell'ex-presidente in esilio in Belgio e Erc dell'ex-vicepresidente Oriol Junqueras in prigione a Madrid hanno raggiunto un accordo per uscire dalla paralisi istituzionale. Il patto prevede la creazione a Bruxelles di un Consiglio della Repubblica, sorta di governo bis in esilio, accanto all'esecutivo ufficiale che sarà formato a Barcellona. Un piano «demenziale», per il premier spagnolo Mariano Rajoy. Lo stesso Puigdemont in un messaggio video ha confermato la nuova strategia annunciando la rinuncia «per ora», la designazione di Sanchez e la formazione in Belgio accanto al «governo dell'interno» del Consiglio della repubblica di cui sarà presidente.

La mossa del President è arrivata dopo che oggi il Parlament catalano ha confermato la sua «legittimità» dichiarando «illegale e illecita» la sua destituzione. Consiglio e "Presidente della Repubblica" in esilio saranno istituzioni private per evitare rappresaglie di Madrid. Saranno eletti da una Assemblea della Repubblica formata da deputati e sindaci convocata nei prossimi giorni a Bruxelles. La designazione di Sanchez quale candidato presidente 'effettivò rischia di mantenere alto il livello di scontro con Madrid. Finora il Tribunale Supremo si è opposto alla liberazione condizionale del leader della società civile indipendentista. Accusato di "ribellione" rischia, come gli altri leader secessionisti, 30 anni di carcere.

Se i giudici spagnoli, dopo avere vietato la rielezione di Puigdemont, impediranno anche quella di Sanchez, potrebbe diventare presidente "effettivo" e formare il nuovo governo Jordi Turull, portavoce e ministro della presidenza sotto Puigdemont.
La segretaria di Erc Marta Rovira sarà la vicepresidente. Oggi il Parlament, sciolto da Madrid a fine ottobre, ha tenuto la prima riunione dopo le elezioni di dicembre. Il primo voto dell'assemblea è stato per 'legittimarè Puigdemont, denunciare la «deriva autoritaria» dello stato spagnolo e celebrare il referendum per l'indipendenza del primo ottobre. «Non ci arrenderemo» ha detto Puigdemont, «l'obiettivo della repubblica rimane irrinunciabile». Il President ha presentato una denuncia contro Madrid davanti alla Commissione dei diritti umani dell'Onu. «Nulla, ha accusato, può giustificare gli abusi perpetrati dallo stato spagnolo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA