E De Luca fa mea culpa con i suoi: «Sono apparso troppo renziano»

E De Luca fa mea culpa con i suoi: «Sono apparso troppo renziano»
di Fulvio Scarlata
Venerdì 23 Marzo 2018, 10:01 - Ultimo agg. 16:56
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Basta renzismo, basta essere in prima fila per gli interessi del Pd. E cambiare radicalmente la comunicazione: la svolta di Vincenzo De Luca passa attraverso il riconoscimento, cosa assai rara per lui, degli errori commessi proprio nel rapportarsi con la gente, i mass media, i social media. Nessun buonismo, sia chiaro. Il presidente della Campania non si smuove di un millimetro dalla contrapposizione frontale sia con i 5 Stelle che con Luigi de Magistris. Però c'è la comprensione che con l'ultima campagna elettorale è passato uno tsunami: «Quando un'onda arriva così forte - ha detto il governatore - non c'è niente da fare, se non subire e aspettare che passi».
 

Di fatto è cominciata la campagna elettorale per le regionali del 2020, per Vincenzo De Luca. La tornata elettorale alle politiche indica lo strapotere in Campania dei 5 Stelle che però, come dimostrano le comunali a Napoli di due anni fa, alle amministrative non riescono a esprimere la stessa forza. C'è il ritorno del centrodestra con la possibilità di esprimere tra due anni un candidato forte. E si delinea abbastanza chiaramente la volontà del sindaco di Napoli di cercare l'avventura per conquistare la Regione. Panorama complicatissimo, ma tuttavia così frastagliato che, per chi come De Luca e il Pd in questo momento sono tutt'altro che forti, concede dei vantaggi soprattutto in un turno unico come quello delle elezioni regionali.
 
Così il governatore mercoledì sera ha chiamato a raccolta tutti i consiglieri regionali della sua maggioranza. Accettando di doversi confrontare per molte ore, dalle 18 a mezzanotte, per provare a ricompattare le fila, ascoltare rimostranze, registrare rivendicazioni, provare a risollevare entusiasmi. De Luca ha ripetuto l'elenco delle cose fatte alla Regione, come ormai fa sempre, dalle assunzioni nella Sanità sbloccando il turn over ai centomila abbonamenti per i bus gratis agli studenti, dalla riapertura di tanti pronto soccorso chiusi dall'Amministrazione Caldoro all'essere ormai a un passo dalla piena funzionalità dell'ospedale del Mare. «Eppure siamo stati sommersi dalla comunicazione dei 5 Stelle». Quello che manca, secondo De Luca, è la percezione da parte dei cittadini. Gli studenti possono andare a scuola gratuitamente ma non legano questo a una decisione e a un investimento della Regione. A Pozzuoli la Regione inaugura il nuovo reparto di Urologia, atteso da vent'anni, ma prevalgono le contestazioni. L'azione amministrativa e i risultati sono slegati dalla percezione.

«In realtà il momento di rottura è stato il referendum costituzionale - le parole del governatore - in cui io ero per forza in prima linea, un errore». Come si è esposto fin troppo, per un presidente della Regione, con le ultime elezioni politiche in cui era candidato il figlio Piero. Dopo il 4 marzo, però, tutto è cambiato. De Luca ha fatto capire che la Campania torna al primo posto, non il renzismo o gli obblighi verso il partito democratico. Perché ci sono solo due anni per ribaltare una sconfitta elettorale, quella del 2020, che sembra già scritta. L'impegno è a un nuovo rapporto con lo stampa ma anche sui social media, tanto più dopo la vicenda della Cambridge Analytica che ha dimostrato come bastano semplici algoritmi per far cambiare la percezione dei cittadini. Quindi toni più pacati con la stampa e con chi lo critica (ma non contro gli avversi politici) e un sistema di comunicazione totalmente nuovo «perché lo ammetto - ha detto De Luca - che è un aspetto che non ho mai tenuto in considerazione».

Il modello che mantiene in piedi il presidente della Campania, però, non cambia: la comunicazione della Regione resta suo unico appannaggio. Su questo punto ci sono state molte richieste di cambiamento legate a un rimpasto in Giunta con assessori forti di una propria visibilità. Argomento ostile a De Luca. E che ha lasciato più di una delusione. Tra chi è stato più votato nel 2015 e, ancora di più, tra quanti in formazioni minori, con un numero esiguo di preferenze, si sono ritrovati consiglieri regionali ma rischiano di scomparire alla prossima tornata elettorale. Il rimpasto è escluso perché altrimenti scatta la corsa alle rivendicazioni che può solo acuire le fratture nella maggioranza. L'impegno immediato è per un piano sul lavoro. Poi a maggio una conferenza programmatica da tenere a Napoli. E quattro iniziative tematiche su politiche sociali, sanità, trasporti, agricoltura.
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