«Le notti in attesa di noi genitori», la lettera di Giovanni

Giovedì 5 Aprile 2018, 15:16
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Sulla triste storia del ragazzo morto a Positano, inciampando ubriaco in un fossato. Più di tutto mi colpisce come nessuno sappia nulla, ma non perché ci sia qualcosa di nascosto, ma perché, appunto, non c'è niente da sapere; ognuno si è fatto i fatti suoi e mi riferisco a chi era con lui, a chi con lui è andato a ballare, magari dividendo i soldi del tavolo e i posti in macchina e che di lui si è sbarazzato non appena non ne aveva più bisogno. Leggo che gli amici e amiche hanno trovato altri amici, ovvero altri passaggi, per tornare a casa. Io non voglio parlare del sentimento dell' amicizia, io non so se sono un buon amico, ma qui mancano i più comuni sentimenti umani, il sentimento di compassione e di rispetto verso gli altri, il saper vivere in relazione da uomini. E se magari il giorno dopo si fossero rivisti, al solito bar, di cosa avrebbero parlato questi anonimi sconosciuti? Se mai sapessero parlare.

Giovanni Negri - Brusciano
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