Il mea culpa di mister Facebook in Senato, Zuckerberg: «Ho fatto tanti errori. Ora taglia anti-abusi»

Il mea culpa di mister Facebook in Senato, Zuckerberg: «Ho fatto tanti errori. Ora taglia anti-abusi»
di Angelo Paura
Martedì 10 Aprile 2018, 20:41 - Ultimo agg. 11 Aprile, 18:39
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NEW YORK La giornata di ieri è stata forse tra le più simboliche nella storia di Facebook. Non solo perché Mark Zuckerberg è salito per la prima volta a Capitol Hill, in giacca blu e cravatta azzurra, molto teso per suo il debutto davanti ai politici. Ma soprattutto per il compito enorme: spiegare ai senatori americani in che modo il colosso cercherà di proteggere la privacy, quali sono stati gli errori emersi nello scandalo Cambridge Analytica e la diffusione di fake news da parte di troll russi nel corso delle elezioni del 2016.
 

 

L'INDAGINE INTERNA
«Stiamo svolgendo un'indagine interna e se scopriremo che ci sono applicazioni che non rispettano le nostre regole le sospenderemo dal servizio. E ora chiedo scusa per gli abusi sugli account. Non faremo gli stessi errori», ha detto Zuckerberg con la voce rotta, fermandosi per brevi pause, mostrando poca sicurezza in alcuni passaggi e dando risposte brevi e robotiche, almeno nei primi minuti della lunga testimonianza. «È stato un errore fidarsi della parola di Cambridge Analytica», ha detto il ceo. Poi per la prima volta ha fatto notare che Facebook pur non producendoli ha «un'ampia responsabilità» sui contenuti che distribuisce.

Intanto in un post pubblico, il social network ha annunciato che offrirà una ricompensa, anche fino a 40 mila dollari, agli utenti che segnalano l'uso improprio dei dati da parte degli sviluppatori di app. Il programma per evitare abusi si chiama Data Abuse Bounty',come il Bug Bounty', quello usato per scoprire i bug', cioè le falle di sicurezza informatica e che prevedono un premio in soldi a chi le scopre e segnala.

C'è anche uno strumento accessibile a tutti per capire se si è stati colpiti dalla condivisione dei dati. Secondo il sito The Next Web, esiste un determinato link, oppure si trova digitando la parola «Cambridge» nella barra di ricerca del Centro assistenza di Facebook. Si accede così alla pagina «Come posso sapere se le mie informazioni sono state condivise con Cambridge Analytica?». Se non si è stati spiati apparirà il messaggio: «In base alle nostre informazioni, tu e nessuno dei tuoi amici si sono registrati a This Is Your Digital Life», cioè l'app ponte che ha fatto scoppiare lo scandalo sulla privacy.

Trovare un equilibrio con i senatori è stato molto difficile per il trentatreenne. Zuckerberg doveva dare l'impressione di essere in grado di migliorare la piattaforma senza il bisogno di un intervento diretto di Washington. In Europa sta già subendo le pressioni delle autorità.

Ma sia il presidente della commissione Giudiziaria del Senato, Charles Grassley, che quello della commissione del Commercio, John Thune, dicono che forse è giunto il momento per porre regole sulla privacy ai colossi tech. «Credevano che il settore potesse regolarsi da sé, ma adesso abbiamo dubbi. Facebook è nato come un esempio del sogno americano non trasformatelo in un incubo della privacy», ha detto Zuckerberg sottolineando che è importante regolare il settore ma non per forza come ha fatto l'Europa.

Anche sul tema delle elezioni ha ammesso il suo fallimento, ricordando che il social network è stato «lento nel riconoscere» le interferenze russe nelle presidenziali del 2016. Su queste influenze, Zuckerberg ha detto di non essere stato intervistato da Robert Mueller, ma che alcuni suoi collaboratori hanno risposto al procuratore speciale sul Russiagate e che non può dire nulla per via della riservatezza dell'inchiesta.

C'è infine la questione del monopolio. Zuckerberg ha detto che esisterà sempre una versione del social network «gratuita» e che «non percepisce Facebook come un monopolio», affermazione seguita da risate. Stanotte Zuckerberg resterà a Washington, oggi infatti parlerà alla commissione sull'Energia e quella sul Commercio. Il titolo di Facebook ieri ha chiuso in rialzo del 4,5%. La migliore giornata degli ultimi due anni.

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