In tre mesi 45 motorini sequestrati: tolleranza zero, i numeri del flop

In tre mesi 45 motorini sequestrati: tolleranza zero, i numeri del flop
di Gigi Di Fiore
Mercoledì 11 Aprile 2018, 07:00 - Ultimo agg. 20:22
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Il ragazzino senza casco che sfreccia impunito sul suo motorino, magari con un amico sul sellino posteriore, è uno dei topos di Napoli. L'immagine dell'illegalità che dà fastidio, ma finisce per essere tollerata accompagnata appena da smorfie di disgusto.

Tolleranza zero annunciò il 16 gennaio scorso in Prefettura il ministro dell'Interno, Marco Minniti. Più sequestri, più rispetto delle regole, meno cultura giustificativa furono proclamati nella riunione convocata sull'allarme baby gang. Era uno dei punti, forse quello più concreto e immediato, del piano «sicurezza giovani» che il ministro lanciava.
 


Cosa è successo da allora? Sabato sera, a piazza Trieste e Trento, su un camion dell'Aci c'erano non meno di una ventina di motorini sequestrati. Era uno dei servizi di controllo, organizzati da Questura e polizia municipale anche per rispondere all'invito di Minniti. Tolleranza zero e da fine gennaio a fine marzo sono stati sequestrati in tutta la città 323 motorini. In 45 casi, si trattava di ragazzini che guidavano senza casco. Per gli altri 297 casi erano invece tutti motoveicoli senza l'assicurazione.

«Sono le due tipologie principali di violazioni amministrative che motivano i sequestri - spiega il comandante della Polizia municipale, Ciro Esposito - Siamo organizzati con un calendario di controlli, nel corso della settimana e tenendo sempre presente le condizioni meteorologiche, su diverse zone della città».
I controlli, naturalmente, sono fatti dagli agenti della polizia municipale insieme con agenti di polizia statale, o carabinieri o uomini della guardia di finanza. D'altro canto, il ministro Minniti annunciò anche l'arrivo di cento uomini in più delle forze dell'ordine a Napoli, assegnandone 40 alla polizia, 40 ai carabinieri e 20 alla guardia di finanza.
 
«Quegli uomini sono ancora a Napoli - spiega il questore Antonio De Jesu - danno una grossa mano ai turni gravosi d'organico. Le attività di controllo si sono intensificate, anche se a dire il vero non sono mai state allentate da noi come dalle altre forze di polizia».

Gli agenti della polizia di Stato hanno controllato negli ultimi mesi ben 4100 minori, in 308 casi si trattava di poco più che bambini di età inferiore ai 14 anni. I casi più drammatici hanno occupato le prime pagine dei giornali: dall'aggressione ad Arturo alle altre violenze a Piscinola, o fuori alla stazione della metropolitana al Policlinico. E 15 minori sono finiti agli arresti, mentre 31 hanno avuto denunce a piede libero. Solo la Questura, in servizio di pattuglia fissa con agenti della polizia municipale, ha controllato 1500 motorini. In 158 casi è arrivato il sequestro.

La mappa della città dei controlli non ha limiti, ma ci sono alcune zone dove il monitoraggio è fisso a giorni alterni. Ieri sera, ad esempio, i controlli della polizia municipale con i carabinieri erano attivi tra corso Novara e la Stazione centrale. Ma la mappa dove si guarda con attenzione, seguendo calendari precisi, allo sfrecciare di motorini sospetti raggruppa otto zone: piazza Trieste e Trento, piazza Carlo III, piazza Nazionale, piazza San Vincenzo alla Sanità, piazza Garibaldi, corso Secondigliano, Fuorigrotta, Rione Traiano.

«I servizi di controllo, su cui c'è stato il richiamo del ministro - dice ancora il comandante Ciro Esposito - vanno fatti non solo insieme con le forze di polizia dello Stato o dei carabinieri, o della guardia di finanza, ma in maniera organizzata. Vengono eseguiti da almeno 10 colleghi delle unità territoriali e motociclisti che possono inseguire i motorini che fuggono all'alt».

C'è spesso chi lamenta passaggi di ragazzini, e molto spesso anche di ragazzine in due o tre alla volta, su motorini senza casco davanti al naso di agenti municipali. Occhi chiusi, rassegnazione, impotenza di fronte a fenomeni che non basta l'educazione civile di due generazioni a sradicare? Spiega il comandante Esposito: «Gli agenti municipali a piedi, non organizzati in sintonia con altre forze di polizia, non intervengono per non bloccare i motorini mettendo a rischio l'incolumità dei ragazzi. Ma anche perché, in caso di fuga, non hanno la possibilità, non avendo con loro colleghi motociclisti, di inseguire i motorini».

In totale, dall'annuncio del ministri Minniti, la polizia municipale ha controllato 1071 motorini. Ma dove finiscono quelli sequestrati e caricati sui camion dell'Aci? Soprattutto nel deposito fisso di via Campegna a Fuorigrotta, che è quello storicamente attrezzato per questo uso. Custodisce 271 motorini, ma l'amministrazione comunale ha dovuto cercare altri spazi. Ci ha provato a Ponticelli, in un parcheggio che ha provocato le proteste dei residenti che non volevano dalle loro parti motorini sequestrati. È durato solo sei mesi, poi si è dovuto guardare altrove. E si è trovato un deposito in prestito dall'Anm in via Marina: lo Stella polare. Vi sono finiti 52 motorini sequestrati negli ultimi mesi, aggiunti a quelli che sono custoditi da molto più tempo, che ammontano a 718.
Cosa succede dei motorini non in regola? In teoria, dopo un ricorso, i proprietari possono riprenderseli pagando una bella multa. Ma avviene solo in due casi su dieci. Gli altri restano nei depositi e, dopo un po' di tempo, possono anche essere rottamati, come è avvenuto lo scorso anno per 1104 casi. In realtà, una legge nazionale prevede che la Prefettura individui per concorso delle ditte cosiddette di «custodi acquirenti» che si occupano dei motorini non ripresi dai proprietari. A Napoli, da tempo queste ditte non ci sono. In passato, ci sono state inchieste giudiziarie e difficoltà. Un anno fa, un nuovo bando di concorso ha individuato tre ditte in possesso di più depositi. Tutto è però fermo, anche per un ricorso amministrativo. E il Comune è costretto a fare salti mortali per trovare nuovi spazi ai sequestri.

«Se si esauriranno i depositi, ne troveremo altri per custodire i motorini» disse a gennaio in Prefettura il ministro Minniti. Che annunciò anche l'istituzione di presidi di polizia collegati alle dieci municipalità. Un disegno, però, di lungo periodo. Le procedure non sono mai state avviate. Era l'idea dei distretti su esempi stranieri, che ha bisogno di studi, nuovi modelli organizzativi, riequilibri con i commissariati. Insomma, un sasso lanciato sul futuro.

Restano invece le strette dei controlli, che sono alle prese con le difficoltà a monitorare una città dalla fisionomia urbanistica non semplice e con i turni di organici sempre a corto di personale. Negli ultimi mesi, solo la polizia di Stato ha sequestrato ai controlli 31 armi. In 25 casi erano coltelli, che si comprano con facilità ovunque, poi due pistole, due tirapugni e due manganelli. Un potenziale offensivo non male, spesso trovato addosso a dei minori.

Ma la città, che spera di governare il disordine e fa le pulci a illegalità anche piccole giustificate quasi sempre con il paravento delle grosse illegalità, fa i conti con altre statistiche. Sono quelli dei controlli sul commercio ambulante, non autorizzato. In questo caso, solo negli ultimi tre mesi che sono quelli del dopo piano Minniti, i verbali firmati dalla polizia municipale sono stati 665. Lo scorso anno erano stati 1583. C'è stato, quindi, un notevole incremento da gennaio a marzo di quest'anno. Le zone? Le solite. Con particolare attenzione ai luoghi turistici: lungomare, via Toledo, centro storico.

Insomma, l'impressione è che la stretta degli ultimi mesi non sia legata solo all'annuncio del piano «sicurezza giovani», ma anche ad un'attività diventata di routine.
Sì, l'emergenza è routine affrontata ogni giorno. Lo dicono bene i numeri delle statistiche dello scorso anno. Nei loro controlli, gli agenti della polizia municipale hanno notificato 983 verbali a guidatori di motorini che non avevano l'assicurazione. Poi i sequestri a chi guidava senza casco. Anche stavolta si mantiene una media alta: 250. E siamo solo agli interventi repressivi. Alla cura della patologia, non alla sua prevenzione. Minniti diede molto spazio all'importanza dei maestri di strada, agli interventi sociali. E questo è un discorso che non si può monitorare solo dopo tre mesi. Ci vogliono soldi, in un Comune che ha problemi di bilancio, e progetti. Disse il ministro nella riunione del 16 gennaio: «Si tratta di progetti di medio e lungo periodo. Prevediamo assunzioni di educatori di strada, che si aggiungeranno a quelli in servizio per il Comune. I nuovi saranno dipendenti del ministero dell'Interno». Chi li ha visti, già in questi tre mesi, può battere un colpo.

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