Si parte il 12 maggio a Santa Maria Capua Vetere con l'aperitivo di solidarietà con studenti e scout che si terrà nel cortile antistante la fabbrica di materassi di Pietro Russo, data alle fiamme dalla camorra casalese il 13 maggio, quando la stagione del terrore era appena iniziata con il delitto di Umberto Bidognetti (2 maggio 2008), padre del pentito Domenico, e zio diretto del capoclan Francesco Bidognetti. Russo fu punito per aver denunciato e fatto condannare per estorsione 16 esponenti del clan dei Casalesi, tra cui Augusto Bianco, stretto parente di Bidognetti e reggente del clan a metà degli anni 2000. «È stato il primo imprenditore casertano a denunciare il clan dei Casalesi» ha detto Tano Grasso, presidente del Fai, presente in prefettura. Russo, da anni sotto scorta, continua ad operare con la sua azienda con i figli e i parenti più stretti.
«Ma la gente - ammette - quando viene a comprare non lo dice in pubblico.
C'è ancora tanta paura tra i cittadini di mostrare solidarietà aperta nei miei confronti». Il 16 maggio si ricorderà la morte di Domenico Noviello, il proprietario di autoscuola massacrato da Setola e soci per aver fatto condannare alcuni estorsori; luogo dell'evento Castel Volturno, nella piazza intitolata dove l'imprenditore fu ucciso e che gli è stata intitolata. Ci sarà poi un dibattito nella sede del Fai con Ruberto e il Commissario Antiracket Cottaia. L'11 luglio, al lido la Fiorente di Varcaturo, località balneare di Giugliano, è prevista la commemorazione con aperitivo di solidarietà di Raffaele Granata, il titolare dello stabilimento ucciso perché aveva messo alla porta gli emissari mandati da Setola. Il 12 settembre, a San Marcellino, sarà infine posta la lapide in memoria dell'imprenditore Antonio Ciardullo e del dipendente Ernesto Fabozzi, uccisi nell'officina del primo; dopo è in programma un incontro in una scuola di Parete.