Bassolino avverte De Luca e de Magistris: «Basta toni alti e sbagliati, devono dialogare»

Bassolino avverte De Luca e de Magistris: «Basta toni alti e sbagliati, devono dialogare»
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 16 Maggio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 14:43
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«Stabiliamo subito rapporti di correttezza istituzionale con il governo nazionale di centrodestra. Dal 1993 è la stella polare del nostro comportamento, del nostro stile istituzionale», scrive Antonio Bassolino in «Napoli Italia», il libro del 2011 che ripercorre i suoi 16 anni e mezzo tra Comune, Ministero e Regione. E la collaborazione istituzionale è quel faro da cui l'ex sindaco-governatore si è sempre fatto guidare in quegli anni. E anche dopo. Non mancando mai di farlo notare a de Magistris ogni qual volta ha ingaggiato uno scontro con l'ex premier Renzi («Faccia il sindaco non l'agitatore politico», l'ha bacchettato più volte nei suoi post). Oggi invece Antonio Bassolino dalla plancia della sua fondazione Sudd assiste, quasi attonito, al duello tra il sindaco de Magistris e il governatore De Luca. Duello senza precedenti e con toni ogni giorno più duri da entrambi i palazzi del potere di Napoli.

Presidente cosa pensa di quel che sta accadendo in questi giorni tra l'inquilino di palazzo San Giacomo e quello di Santa Lucia?
«Le mie opinioni in materia di rapporti tra istituzioni sono da sempre molto nette: quando ho ricoperto la carica di sindaco e quella di presidente di Regione. E le mie opinioni nascono non solo da quello che penso ma da come mi sono sempre comportato in quegli anni».

Dialogo con tutti?
«Quando sedevo a San Giacomo e poi a Santa Lucia ho avuto interlocutori di uguale, diverso e opposto orientamento politico ma il rapporto è stato sempre orientato nel segno della collaborazione».

Eppure non saranno mancati gli argomenti di scontro.
«Certo. Quando ero sindaco alla presidenza della Regione c'erano Giovanni Grasso, purtroppo scomparso, Andrea Losco e Antonio Rastrelli che ho rivisto proprio qualche settimana fa seppure nel dolore per i funerali del fratello Massimo. E l'abbraccio che ci siamo dati dice tutto».

Con Roma invece come andava?
«Sempre da primo cittadino, ho avuto a che fare con i premier Ciampi, Prodi, D'Alema, Amato e Berlusconi ma i rapporti sono stati sempre, dico sempre, impostati alla reciproca collaborazione».

Anche dall'altra parte?
«Anche da parte dei miei interlocutori, certo».
 
Nonostante siano stati anni di forte contrapposizione politica: pensiamo a Berlusconi premier quando lei era a Santa Lucia.
«Una cosa sono i rapporti tra le istituzioni democratiche, un'altra quelli tra partiti. Sono due ambiti nettamente diversi e i piani devono essere sempre distinti senza mai confonderli. E anche con Berlusconi ho sempre dialogato anche in momenti difficili».

A chi si riferisce? Allo scontro di questi giorni?
«Gli scontri sono purtroppo continui. Il conflitto tra partiti, tra una maggioranza ed un'opposizione è assolutamente legittimo. È il lievito della democrazia ed aiuta a crescere. È sbagliato invece il conflitto perenne tra le varie istituzioni ed è ancora più grave quando c'è una contrapposizione così forte come sta accadendo purtroppo a Napoli».

Eppure è questo lo scenario. Anzi non si contano le offese che si scambiano sindaco e governatore.
«Serve perseguire sempre il dialogo nell'interesse dei cittadini ma, sopratutto, occorre a mio avviso osservare sempre un giusto stile istituzionale e bilanciare le parole che, a volte, possono essere pietre. Insomma ci sono una serie di comportamenti, a cominciare dal modo di muoversi nell'ambito politico e nei rapporti personali, a mio avviso da rivedere».

Altrimenti è uno stillicidio quotidiano.
«Mi auguro che tra Comune e Regione si cambi rotta e si modifichino i rapporti. Vi sia, insomma, un'inversione di tendenza e, anche nella differenza legittima delle diverse posizioni, si affermi il dialogo e la collaborazione».

A suo avviso lo scontro tra il governatore e il sindaco ha superato il limite di guardia? Cosa si rischia?
«Bisogna stare molto attenti perché le istituzioni rimangono gli unici importanti punti di riferimento per i cittadini. Per questo serve cambiare strada e superare le difficoltà riaprendo il confronto. Altrimenti il rischio è una contrapposizione che è già nelle cronache quotidiane».
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