Napoli, stop dalla sovrintendenza al fratello di de Magistris: «Serve più spazio davanti al bar»

Napoli, stop dalla sovrintendenza al fratello di de Magistris: «Serve più spazio davanti al bar»
di Paolo Barbuto
Giovedì 17 Maggio 2018, 23:03 - Ultimo agg. 18 Maggio, 07:14
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Il documento è arrivato martedì scorso, firmato dal soprintendente Luciano Garella: il marciapiede di piazza Vittoria per ora non può essere allargato. Bisogna rifare il progetto e prevedere un po’ di spazio per i pedoni fra sedie tavolini e ombrelloni. 

È l’ultimo atto ufficiale di un progetto partito cinque mesi fa, ai margini dell’apertura di un bistrot nella sede di una ex galleria d’arte: i soci sono in tre, uno dei tre è Claudio De Magistris, fratello del sindaco di Napoli che proprio qualche giorno fa ha annunciato l’abbandono dell’avventura politica con Dema per dedicarsi alla sua antica e vera passione, l’organizzazione di eventi di spettacolo, per l’Arena della Mostra.

Fu lo stesso Claudio de Magistris ad annunciare l’apertura del locale nei giorni d’autunno del 2017, sembrava che l’avventura dovesse andare in porto entro dicembre, poi ha subito un rallentamento. Nel frattempo partiva, proprio a ridosso dell’ultimo Natale, la richiesta di partecipare al progetto «adotta una strada». L’iniziativa è rivolta a cittadini, enti, associazioni che desiderano contribuire al contrasto al degrado che aggredisce la città.

In questo caso la proposta è firmata da Vincenzo Porcini, il 74enne fondatore della galleria d’arte nella quale troverà sede il bistrot. Si spiega che l’intervento sul marciapiede che parte da via Arcoleo e conduce al sagrato della chiesa della Vittoria è necessario per via della «scarsa manutenzione, disomogeneità dei materiali di pavimentazione e una totale assenza di arredo urbano quali fioriere, cestini e sedute». È chiaro a tutti che quella fettina di percorso destinato ai pedoni va rimesso a posto con urgenza. Il documento, dunque, spiega anche le modalità per restituire dignità a quel marciapiede: «Attualmente è largo circa due metri... il progetto prevede l’allargamento dello stesso ad una dimensione in larghezza di circa sei metri e 55 centimetri, pavimentazione in cubetti di pietra lavica, collocazione di fioriere in cemento con fiori ed essenze che verranno cambiati durante il corso delle stagioni».

Insomma, per rendere meno degradato quel marciapiede bisogna allungarlo di quasi cinque metri e metterci piante e fiori. In questa fase del progetto non si fa riferimento ai cestini, dei quali era segnalata l’assenza; e nemmeno si parla di sedute, che non sono contemplate. 

Alla fine i numeri ufficiali del documento parlano chiaro: gli attuali 75 metri quadri di marciapiede si triplicano e diventano 230, completamente rinnovati. Un intervento ampio, ma serve a per rendere meno degradato quel pezzetto di città. E in quel documento presentato a Palazzo San Giacomo non c’è nemmeno un piccolo riferimento alla possibilità di utilizzare quell’area per piazzarci sopra sedie tavoli e ombrelloni della nascente attività commerciale. L’investimento complessivo, secondo i documenti ufficiali, sarà di 27mila euro e ne beneficerà soltanto la città. 

 

Quella richiesta passa, come d’obbligo, al vaglio della Soprintendenza che chiede una revisione del progetto per inglobare il cordolo dall’attuale marciapiede che dovrà essere ben visibile: servirà a delimitare il confine oltre il quale «non potrà essere consentita l’occupazione di suolo pubblico per la somministrazione di cibi e bevande all’aperto», scrive Luciano Garella: ed è questo l’unico momento in cui qualcuno fa riferimento al tema-occupazione.
La questione dell’ampliamento del marciapiede, ovviamente, finisce anche sul tavolo del presidente della municipalità, Francesco de Giovanni, il quale guarda la vicenda da un’altra angolatura: «In pratica si chiede di cancellare tutti i posti auto che affacciano su quella parte della piazza - dice con rabbia - e non si bada al fatto che quei risicati parcheggi sono fondamentali per chi abita nella zona. Non si tiene nemmeno conto del fatto che quelle strisce blu rappresentano una fonte di introito per il Comune e cancellarle comporterebbe anche una perdita di introiti. Non è giusto che per avvantaggiare il commercio si penalizzino i residenti».

De Giovanni ha ricevuto, qualche giorno fa, una lettera ufficiale in cui si chiedeva un ripensamento: alla lettera era allegata una piccola raccolta firme dei residenti. Il presidente della municipalità ha girato tutto all’assessore Piscopo, chiedendo un suo intervento. «A mio parere si tratta di una operazione che non segue la logica utilizzata nel recente passato. Ho seguito personalmente l’iter della richiesta, bocciata, per ottenere un allargamento molto più contenuto del marciapiede che si trova all’inizio della Riviera di Chiaia, all’altezza del negozio di Marinella. Lì lo spazio per i pedoni è realmente inesistente, eppure il permesso è stato negato: sono state addotte motivazioni collegate alle difficoltà per il traffico automobilistico. Strano che le stesse difficoltà non siano state intraviste in questa nuova richiesta: si tratta di un’area angusta dove confluiscono molte automobili e sulla quale insiste anche una fermata dei bus di linea, eppure agli esperti della viabilità non è sembrato un problema».
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