Stupro di gruppo in hotel a Meta, i dipendenti: «La turista era consenziente»

Stupro di gruppo in hotel a Meta, i dipendenti: «La turista era consenziente»
di Ciriaco M. Viggiano
Venerdì 18 Maggio 2018, 22:58 - Ultimo agg. 20 Maggio, 08:45
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META. Hanno scelto di non nascondersi e di rispondere a tutte le domande del gip di Torre Annunziata che lunedì scorso li ha spediti dietro le sbarre con l’accusa di violenza sessuale di gruppo ai danni di una turista inglese. «I rapporti sessuali nell’hotel Alimuri? Nessuno stupro, la signora era consenziente»: ecco la tesi che i cinque ex dipendenti dell’albergo metese hanno sostenuto durante l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Poggioreale, dove resteranno fino alla nuova decisione del magistrato. Nessuno tra Fabio De Virgilio, Antonino Miniero, Gennaro Davide Gargiulo, Raffaele Regio e Francesco Ciro D’Antonio si è avvalso della facoltà di non rispondere. Tutti, invece, hanno fornito chiarimenti sulla notte tra il 6 e il 7 ottobre 2016, quando una 50enne inglese sarebbe stata prima narcotizzata con droga sciolta in un drink e poi stuprata.

E tutti si sono mostrati concordi nel definire consensuali i rapporti sessuali che la donna dice di aver avuto nell’albergo. Difeso dal penalista Mario Rosario Romaniello, il barman De Virgilio, accusato di aver drogato la vittima per poi abusarne nei pressi della piscina insieme a Miniero, ha ricostruito minuziosamente l’amplesso che sarebbe durato «circa dieci minuti» e si sarebbe svolto «senza alcuna violenza». Anzi, della violenza non ci sarebbe stato nemmeno bisogno. Gli indagati, infatti, hanno riferito che la vittima avrebbe mostrato interesse per Miniero, corteggiandolo per tutta la serata. Il 34enne barman, assistito dall’avvocato Francesco Tiriolo, si sarebbe limitato ad abbracciarla scherzosamente e non avrebbe mai avuto un rapporto sessuale con lei.

Alle 23.30 il giovane avrebbe finito di lavorare per poi raggiungere la piazza principale di Meta e salire sul pullman per Portici: lo dimostrerebbero le immagini registrate dall’impianto comunale di videosorveglianza. Almeno in una prima fase, dunque, la donna avrebbe fatto volontariamente sesso col solo De Virgilio. Quanto alla droga, nessuno degli ex dipendenti dell’hotel Alimuri, messi sotto inchiesta dalla Procura di Torre Annunziata, ha saputo indicarne la provenienza. Tanto più che nemmeno nelle intercettazioni effettuate dagli investigatori e nella chat alla quale hanno partecipato alcuni indagati si fa riferimento agli stupefacenti. Eppure gli esami condotti su capelli e urine della vittima hanno dimostrato l’assunzione della cosiddetta «droga da stupro» da parte sua, in un periodo che coincide con quello del soggiorno a Meta.

 

«Ma quelle sostanze si trovano anche in comuni ansiolitici e antidepressivi», hanno ribattuto gli avvocati.
La difesa di De Virgilio ha presentato istanza di revoca o di attenuazione della custodia in carcere. Stesso discorso per l’avvocato di Miniero che ha chiesto gli arresti domiciliari per il proprio assistito. Lunedì anche i legali di Gargiulo, Regio e D’Antonio dovrebbero invocare provvedimenti dello stesso tipo. La decisione del gip dovrebbe arrivare entro mercoledì. Qualora il magistrato dovesse confermare il carcere, la parola passerà al Tribunale della libertà al quale alcuni indagati hanno già fatto ricorso.
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