Napoli, 16enne rapinato e sfregiato all'uscita della metropolitana

Napoli, 16enne rapinato e sfregiato all'uscita della metropolitana
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 21 Maggio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 22 Maggio, 06:51
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Ha trovato il coraggio di farlo, mostrandosi pubblicamente con due foto che meglio di tante parole descrivono la violenza, la crudeltà e anche l'orrore di chi esce con pistole, coltelli e tirapugni in tasca. Ad aiutarlo, a convincere che quella era davvero la cosa giusta, però, è stata la mamma di Emanuele, che a 16 anni ha rischiato grosso, scoprendo sulla propria pelle la violenza che i ragazzini del «branco» riescono a scatenare.

Emanuele A. ha postato sulla pagina del proprio profilo Facebook il male che due giovanissimi delinquenti gli hanno fatto due giorni fa: le foto che lo ritraggono ancora sanguinante sul lettino del pronto soccorso parlano da sole. Non serve altro commento, di fronte a quella ferita marcata nelle carni del volto: con la guancia sinistra sfregiata da un profondo taglio per rimarginare il quale poi, in ospedale, sono stati necessari ben quattro punti di sutura.
 
Sono le quattro del pomeriggio di sabato quando Emanuele esce dalla metropolitana di Piscinola-Scampia e fa per rientrare a casa. Indossa uno zainetto e tra le mani ha un telefonino cellulare, un modello neanche nuovissimo: ma tanto basta ad attirare l'attenzione dei due rapinatori di turno che, evidentemente, scelgono le uscite delle stazioni della metro collinare proprio per scrutare e individuare le prede da assaltare.

E così accade: in via Valerio Verbano la coppia di criminali, a bordo di un motorino, entra in azione. Vogliono tutto: cellulare, soldi, persino lo zaino. Il 16enne accenna a una reazione, istintivamente cerca di sottrarsi agli aguzzini, prova a fuggire ma viene raggiunto dal primo. Nemmeno il tempo di accorgersi che il tentativo di fuga non è riuscito, ed ecco un dolore improvviso, devastante. Il delinquente lo ha colpito al viso: «Con un bastone, credo», dirà lui ai carabinieri poco dopo; invece la profonda ferita che ha dovuto essere curata da un medico specialista in chirurgia maxillo-facciale è stata con ogni probabilità provocata da un tirapugni metallico.

Mentre i due scappano, qualcuno finalmente riesce ad accorgersi di quello che sta succedendo. Arriva gente ad aiutare Emanuele, che ha ormai il volto trasformato in una maschera di sangue. La corsa in ospedale, le cure, poi la denuncia. Il 16enne, ieri, si è presentato alla stazione «167» dei carabinieri: accompagnato dal papà ha raccontato tutto, riferendo la dinamica dell'aggressione e fornendo anche indicazioni sugli aguzzini che lo hanno ridotto in questo modo. Indagini in corso coordinate dal maggiore Francesco Cinnirella, che comanda la compagnia «Stella». Si stanno esaminando anche i filmati e le riprese delle telecamera di videosorveglianza.

Poche ore dopo, sono le parole della mamma di Emanuele a comparire su Facebook. Parole che arrivano dritte al cuore, e che non hanno bisogno di commenti. Anche perché animate da un intento giusto e condivisibile: spesso l'orrore va mostrato, ma - soprattutto - è giusto che tutti sappiano e soprattutto «perché - dice la signora - quello che hanno fatto a mio figlio non accada più a nessun altro».

«E fu così - scrive la signora Lina - che un pomeriggio di sole dopo le piogge un liceale di 16 anni all'uscita della metro decise di godersi il sole e tornare a casa a piedi dopo la mattinata in classe. Purtroppo non poteva immaginare che c'erano due delinquenti che avevano deciso di tagliarli la strada con il motorino per aggredirlo, chiedendogli soldi e senza aspettare risposta colpirlo con una sbarra di ferro con le catene provocandogli una profonda ferita allo zigomo alla quale i sanitari dall'ospedale Cardarelli hanno apposto quattro punti di sutura e riscontrato trauma maxillo facciale...».

«Consegnato loro il cellulare - spiega ancora la mamma di Emanuele - gli rubavano lo zaino con i libri e scappavano lasciandolo a terra sanguinante... Questo è avvenuto purtroppo a Scampia ma poteva accadere ovunque e so che la mia Scampia non è questa.. Ciò che mii infastidisce è che ognuno si è sentito in diritto di dire che sono zone pericolose.. che nel pomeriggio non si deve camminare da soli e che per salvarsi si deve prendere il pullman. Quasi a dire: te la sei cercata. Chi vuole può condividere il post. Meglio far conoscere queste oscenità».
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