Papa Francesco ricorda i profughi a Lesbo e le morti nel Mediterraneo: «Un cimitero altro che pacchia»

Papa Francesco ricorda i profughi a Lesbo e le morti nel Mediterraneo: «Un cimitero altro che pacchia»
di Franca Giansoldati
Mercoledì 6 Giugno 2018, 19:53
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Altro che pacchia. Papa Francesco in un messaggio al Patriarca ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo l’occasione ricorda il viaggio fatto da entrambi a Lesbo, nel 2016, l’isola greca di fronte alla Turchia dove sono rinchiuse nel Campo di Moria in condizioni disumane migliaia di profughi. Il ricordo che gli affiora è simile all’esperienza che fatta precedentemente a Lampedusa, un altro approdo per i migranti, davanti a un mare di cristallo. Una «tomba» per uomini, donne e bambini, ha detto. Un «mare così bello come il Mediterraneo è  diventato un enorme cimitero. Il luogo simbolico dell’ecatombe di tante  persone che cercavano solo di sfuggire alle condizioni disumane  delle loro terre» ha detto Bergoglio.

Il messaggio in cui Bergoglio ricorda la doppia faccia del Mediterraneo è stato inviato a Bartolomeo in  occasione del Simposio internazionale sulla protezione e la salvaguardia dell’ambiente aperto ieri ad Atene con l’intervento  del patriarca di Costantinopoli. «Verso un’Attica più verde.  Preservare il pianeta e proteggere il suo popolo» è il tema  dell’evento a cui la Santa Sede partecipa attraverso il cardinale John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, e il cardinale Peter  Turkson, prefetto del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale.

«Ricordo vividamente la mia visita a Lesbo, insieme a Sua Santità  e Sua Beatitudine Hieronymos II, per esprimere la nostra comune  preoccupazione per la situazione dei migranti e dei rifugiati. Mentre ero incantato dallo scenario del  cielo azzurro e del mare, rimasi colpito dal pensiero che un mare  così bello fosse diventato una tomba per uomini, donne e bambini  che in gran parte cercavano solo di sfuggire alle condizioni  disumane delle loro terre». A Lesbo «ho potuto  toccare con mano la generosità del popolo greco, così ricco di  valori umani e cristiani, e il loro impegno, nonostante gli  effetti della loro crisi economica, a confortare coloro che,  espropriati di tutti i beni materiali, si erano diretti verso le  loro rive».
 
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