Letino, il comune dei candidati fantasma Il sospetto: corsa all'aspettativa retribuita

Letino, il comune dei candidati fantasma Il sospetto: corsa all'aspettativa retribuita
di Roberta Muzio
Lunedì 11 Giugno 2018, 07:50
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LETINO Otto candidati alla carica di primo cittadino e 89 a quella di consigliere comunale per circa 700 abitanti, ma per sei aspiranti sindaco il risultato appare scontato: pochissimi i voti. Il fenomeno delle liste fantasma si profila anche in questa tornata elettorale: i letinesi hanno scelto il sindaco tra due, Gianluca Di Stavolo e Pasquale Orsi, che fanno diretto riferimento al territorio; l'assise civica, invece, sarà formata da sei componenti.

I PERMESSI FACILI
Ma è prassi consolidata per il piccolo centro del Matese, in provincia di Caserta: a ogni rinnovo del Consiglio proliferano le compagini messe in piedi da appartenenti alle forze armate che - è il sospetto diffuso - possono godere di un mese di permesso retribuito per svolgere la campagna elettorale. In cabina una maxi scheda, davvero nulla di nuovo: da dieci anni ormai a Letino, così come in altri piccoli centri al di sotto dei mille abitanti, arrivano presso il municipio liste nelle quali non sempre i candidati sono realmente in corsa per un seggio in Comune. D'altro canto qui essere in corsa non costa nulla. La burocrazia, infatti, è ridotta all'osso: nessuna necessità di raccogliere le firme per presentare simboli e nomi, lo prevede la legge.

 

I PRECEDENTI
Alle scorse elezioni, nel 2013, tre liste su cinque non facevano diretto riferimento al territorio. Due soli i candidati alla carica di sindaco che raccolsero i consensi: Fausto Perrone, che prevalse con 313 voti su 525 votanti, e Rita Orsi che si fermò a 199 preferenze. Uno solo il voto andato a un candidato esterno. Precedentemente, nel 2008, presso l'ufficio elettorale del Comune di Letino furono presentate quattro liste. Due di esse raccolsero i consensi: Antonio Orsi divenne sindaco con 319 preferenze su 594 votanti, mentre l'omonimo, Antonio Orsi (di Pasquale) andò all'opposizione con 268 voti di lista. Ancora una volta una sola preferenza per un candidato sconosciuto agli elettori. Se si va ancora indietro negli anni, invece, delle liste dei militari non si trova traccia. Nel 2003, infatti, furono solo due i contendenti. Mentre nel 2001 i 555 votanti espressero le proprie preferenze distribuendole fra tre compagini, tutte diretta espressione, comunque, del territorio: 51,61 la percentuale guadagnata dal vincitore; 24,20 per cento ciascuno quella raggiunta dagli altri due antagonisti. D'altra parte è del 2012 la circolare del ministero della Difesa che, mettendo ordine nella materia, ha posto un sigillo di regolarità a una prassi che giustifica l'astensione dal lavoro per motivi di propaganda elettorale e, al tempo stesso, consente un dispendio di denaro pubblico in termini di stipendio. Nella realtà, infatti, i militari candidati non svolgono alcuna campagna elettorale nei piccoli paesi se non qualche sporadico passaggio.

I MANIFESTI
Quest'anno, ad esempio, è stato affisso uno solo manifesto a Letino che faceva riferimento a una delle sei liste fantasma: nessun comizio, tanto meno riunioni con i candidati esterni. Tornando alle licenze straordinarie previste dall'articolo 1484 dell'ordinamento militare, è previsto l'obbligo per i militari candidati di produrre ai Comandi di Corpo di appartenenza la documentazione comprovante la durata della campagna elettorale e, nel caso di ballottaggio, si ha diritto a una proroga della licenza. Ipotesi non del tutto improbabile nel caso in cui, in una piccola realtà, venisse formata una sola lista con i candidati locali.
 
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