Travolse e uccise Ilaria Dilillo,
Diele condannato a 7 anni e 8 mesi

Travolse e uccise Ilaria Dilillo, Diele condannato a 7 anni e 8 mesi
di Petronilla Carillo
Lunedì 11 Giugno 2018, 14:47 - Ultimo agg. 12 Giugno, 01:21
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Domenico Diele è stato condannato a sette anni e 8 mesi per omicidio stradale. La sentenza è stata emessa oggi dal gup del Tribunale di Salerno Piero Indinnimeo. Nella notte tra il 23 e il 24 giugno 2017, l’attore - che si era messo alla guida della sua Audi A3 in stato di alterazione psicofisica a causa dell’uso di stupefacenti - travolse e uccise la 48enne salernitana Ilaria Dilillo, che era a bordo del suo scooter lungo la corsia nord dell’autostrada del Mediterraneo nei pressi dell’uscita autostradale di Montecorvino Pugliano. 

Diele, che non era presente al momento della lettura della sentenza, aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Il pm Elena Cosentino, al termine della requisitoria pronunciata lo scorso febbraio, chiese per l'attore 32enne otto anni di reclusione, riconoscendogli solo lo sconto previsto dalla scelta del rito, ritenendolo «colpevole di negligenza, imprudenza, imperizia nonché inosservanza della normativa prevista dal codice della strada».

«Non posso parlare di vittoria - spiega il legale della famiglia Dilillo, l'avvocato Michele Tedesco - se non da un punto di vista professionale. Perché non vi è mai una vittoria quando una persona perde la vita, ma almeno abbiamo ottenuto una condanna significativa e per di più in tempi rapidissimi. Non dimentichiamo che la povera Ilaria è stata uccisa meno di un anno fa e quindi il sistema della giustizia ha funzionato anche in maniera celere».

er ora l'attore non andrà in carcere ma rimane un uomo libero, in attesa, dunque, dei prossimi gradi di giudizio. «Presumo che per il 2019 - rimarca ancora l'avvocato Tedesco - si andrà in appello.
Intanto, però, noi non ci siamo mai arresi e non abbiamo mai neanche risposto a insinuazioni e attacchi, come quello che Ilaria fosse deceduta a causa di una puntura di insetto che gli avrebbe provocato uno shock anafilattico». «Oggi penso solo alla dolorosa tenerezza che mi ha fatto in questi mesi il padre della donna - conclude - il quale mi ripete spesso che da quella tragica notte dorme nel letto della figlia, non perché lui si senta solo, ma per non far sentire lei sola e abbandonata. Oggi questa condanna è la risposta a quel dolore, a quella sofferenza e a quel senso di abbandono». 
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