Stadio, Lanzalone si dimette da Acea. Parnasi: «Mai commesso reati». Indagato il sovrintendente Prosperetti

Stadio, Lanzalone si dimette da Acea. Parnasi: «Mai commesso reati». Indagato il sovrintendente Prosperetti
Giovedì 14 Giugno 2018, 12:06 - Ultimo agg. 15 Giugno, 07:20
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Il soprintendente Francesco Prosperetti, che si occupò del vincolo sulle tribune dell'ippodromo di Tor di Valle, è indagato nell'ambito dell'inchiesta sullo stadio della Roma. Secondo la Procura l'ex capo segreteria del ministro ai Beni culturali, Claudio Santini, «avvicinò il soprintendente Francesco Prosperetti chiamato a pronunciarsi sul vincolo» che poi fu tolto. 

Parnasi. «Non ho mai commesso reati. Abbiamo lavorato per anni, 24 ore al giorno, solo per realizzare un progetto». È quanto l'imprenditore Luca Parnasi ha detto ai suoi difensori, gli avvocati Emilio Ricci e Giorgio Tamburrini, che lo hanno incontrato oggi nel carcere di San Vittore a Milano, dove si trova detenuto da ieri nell'ambito dell'inchiesta sullo stadio della Roma che ha portato all'arresto di nove persone per una presunta corruzione nell'ambito della variante del progetto per lo stadio della Roma licenziato nel febbraio dello scorso anno col taglio del 50% delle cubature rispetto al progetto iniziale. Tra gli arrestati, oltre a parnasi, il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Adriano Palozzi e il presidente di Acea, Luca Lanzaloe. «Chi sbaglia paga», ha commentato il leader 5 stelle Luigi  Di Maio.

In base a quanto si apprende, inoltre, Parnasi si avvarrà della facoltà di non rispondere davanti al gip lombardo, nominato dai colleghi romani per rogatoria. «Lo abbiamo già comunicato al magistrato - ha detto Ricci -. Domani comunque prenderemo contatto con i pubblici ministeri di Roma per fissare ulteriori passi formali».


Lanzalone si è dimesso. «L'avvocato Lanzalone ha rimesso il mandato di Presidente del Consiglio di Amministrazione di Acea SpA», si legge in una nota della soceità romana. «Il Consiglio di Amministrazione, nella riunione del 21 giugno 2018, assumerà le opportune determinazioni al riguardo», conclude la nota.

Il commissario. Il dipartimento Urbanistica del Campidoglio ha inviato invece una lettera alla società costruttrice Eunova per chiedere chiarimenti circa l'interlocutore dopo gli arresti. A prendere le redini aziendali probabilmente subentrerà un curatore 'commissario'. Ora si dovrà vagliare se tutti gli atti di quell'opera si confermeranno legittimi. Procedura che di fatto congela l'iter del progetto.

L'iter amministrativo del progetto, infatti, secondo la road map tracciata prima che si scatenasse l'inchiesta, avrebbe dovuto portare entro la fine di luglio in aula Giulio Cesare la delibera del progetto modificato. In ogni caso ora si dovrà vagliare se tutti gli atti di un'opera al centro di un'inchiesta si confermeranno legittimi. Procedura che prenderà tempo.


Il sindaco. «La rassegna stampa è vergognosa, i giudici dicono che io non c'entro niente e non c'è un giornale che abbia avuto il coraggio di riportare questa notizia. Il Comune, i romani e la società Roma calcio sono la parte lesa, partono oggi le querele», ha avvertito il sindaco Virginia Raggi a margine della presentazione in Senato della relazione annuale dell'Anac.

Cantone. «Le vicende di questi giorni danno forza alla convinzione che è necessario regolamentare il rapporto tra politica e mondo della lobby», ha invece commentato il presidente dell'Anac Raffaele Cantone. L'ordinanza del gip sull'inchiesta sul nuovo stadio di Roma «mette in evidenza con chiarezza quello che può essere il ruolo di associazioni e fondazioni nel finanziamento della politica, è un 'trattato' di come vengono gestiti certi affari», ha sottolineato il presidente dell'Anac. Ma quell'ordinanza «dimostra anche che c'è chi dice no», ha aggiunto riferendosi all'assessore all'Urbanistica del comune di Milano Pierfrancesco Maran che, secondo quanto risulta dagli atti, contattato da uomini vicini al costruttore Luca Parnasi, rifiutò una casa.


 



Conte. «Esiste in Italia un caso corruzione sul quale dobbiamo sempre stare attenti, dobbiamo lavorare noi regolatori, le autorità come l'Anac e l'autorità giudiziaria ognuno nell'ambito delle sue competenze». Lo ha detto il premier Giuseppe Conte rispondendo fuori dal Senato alla domanda se esista un «caso Roma» alla luce della recente inchiesta sullo stadio della Capitale.


 

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