Non volevano ucciderlo, ma solo fingere di farlo: ma l’auto in cui stava dormendo, prese fuoco, togliendogli la vita in modo tragico. Inizialmente i carabinieri pensarono a un incidente, ma col passare del tempo le indagini hanno poi indicato quei due ragazzini che lo tormentavano: uno, 13 anni, non è nemmeno imputabile. L’ammissione, da parte dei due, poi la ricostruzione: lanciarono nell’auto dei fazzoletti di carta ai quali avevano dato fuoco. Il maggiore dei due, un 17enne, è finito in una struttura protetta, e ora il pm ha chiesto per lui il giudizio immediato.
Tra accuse reciproche e responsabilità rimbalzate, a far pensare sono alcune intercettazioni tra i due ragazzini, con frasi abbastanza eloquenti: il tredicenne afferma di volersi fare un tatuaggio, «qualcosa con significato, non che sia a caso… Voglio la morte in faccia».
Il 17enne gli ribatte: «Ti faccio vedere il Baffo, così ti ricordi che hai ammazzato un barbone». Poi la frase choc: «Quando eravamo dal kebabbaro cosa mi hai detto? "Ho realizzato il mio sogno di ammazzare una persona"». E il 13enne gli ribatte: «Il mio sogno era di ammazzare un gatto».