Via Giorgio Almirante a Roma: sì 5 Stelle a Fdi. Poi lo stop di Raggi

Meloni: «Roma avrà via Giorgio Almirante». Sì alla mozione di M5S e Destra
Meloni: «Roma avrà via Giorgio Almirante». Sì alla mozione di M5S e Destra
Giovedì 14 Giugno 2018, 19:34 - Ultimo agg. 15 Giugno, 13:12
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Via Giorgio Almirante appare e scompare nel giro di poche ore nella toponomastica di Roma. Nel pomeriggio, con i voti dei 5 stelle e di Fratelli d'Italia, il Consiglio comunale ha dato l'ok per una via a Roma a Giorgio Almirante, storico segretario del Movimento Sociale. Subito scatta la protesta della Comunità ebraica: «Una vergogna per la storia di questa città: chi ha ricoperto il ruolo di segretario di redazione del Manifesto per la Difesa della Razza, senza mai pentirsene, non merita una via come riconoscimento».

Poi in serata interviene la sindaca Raggi: 
«Nessuna strada a Roma sarà dedicata a Giorgio Almirante». È quanto ha deciso la sindaca Virginia Raggi dopo aver sentito la sua maggioranza. Questa mattina i consiglieri del M5S prepareranno una mozione per vietare l'intitolazione di strade ad esponenti del fascismo o persone che si siano esposte con idee antisemite o razziali. Prima firmataria sarà proprio la sindaca. La decisione è stata presa dopo il voto in aula della mozione che dava luce verde a una via dedicati ad Almirante.





Inizialmente la Raggi si era detta «sorpresa» apprendendo la notizia, poiché non era in Campidoglio, ma aveva poi aggiunto: «Il sindaco prende atto della volontà dell'Aula che è sovrana come il Parlamento». Del resto M5S non ha approvato all'unanimità la mozione: due consiglieri si sono astenuti e una terza ha votato contro. Si è trattato di un «risultato storico» per Giorgia Meloni, mentre per il Pd, fuori dall'aula al momento del voto, è «l'ultima vergogna della sindaca Raggi».

Dopo tante polemiche e numerosi tentativi falliti, l'ultimo fu quello del sindaco Gianni Alemanno, l'aula Giulio Cesare giovedì sera ha votato una mozione presentata da Fratelli d'Italia che ha ottenuto i voti favorevoli di gran parte del gruppo consiliare M5s, dando vita a un'inedito asse politico.

Che il voto della mozione promossa da Fdi fosse tuttavia maturato in un'aula distratta era sembrato da subito più che un'ipotesi: M5S alleato della destra tranne l'astensione di due consiglieri e il voto contrario di Catini, unica a mantenere una linea poi imposta dalla sindaca. E poi l'assenza del Pd fuori dall'aula per protestare contro il forfait in aula della Raggi che reclamavano per spiegare il caso stadio. È così tra distrazioni e leggerezze Fdi era riuscito a ottenere, prima dello stop del sindaco, ciò che neanche sotto Alemanno si era riusciti ad avere: una via per Almirante. 

«Vittoria storica della destra italiana e romana, l'Aula Giulio Cesare ha votato la mozione di Fratelli d'Italia, come già proposto dalla presidente di Fdi Giorgia Meloni, per intitolare una via o una piazza a Giorgio Almirante che proprio nella Capitale ha raccolto sempre grandi consensi», aveva esultato la destra. Per Meloni Capitale «renderà finalmente omaggio ad uno degli uomini più importanti nella storia della destra e della politica italiana». Ed esultavano anche i capigruppo di Fdi alla Camera e al Senato Fabio Rampelli e Stefano Bertacco: «Intitolare una strada a Giorgio Almirante ci riempie di gioia». Per loro Almirante è stato «un patriota, un grande italiano e uno dei protagonisti della storia politica nazionale. Siamo orgogliosi di aver raggiunto questo obiettivo» è «giusto e doveroso» che la Capitale d'Italia «renda onore alla memoria di una delle figure più rappresentative della storia del Parlamento italiano».



 




Ricorda invece l'aspetto razzista di Almirante il vice-segretario del Pd del Lazio Enzo Foschi. «"Il razzismo ha da essere cibo di tutti", scriveva il fascista Giorgio Almirante nel 1942. È gravissimo che - dice - il Movimento 5 Stelle si sia unito alle destre per permettere che Roma abbia una strada dedicata ad un razzista, come fu Giorgio Almirante». Secondo Foschi, «Roma sente ancora su di sé il dolore lancinante del 16 ottobre 1943, quando vi fu il rastrellamento del ghetto. Questo è stato il razzismo a Roma. Dedicare una via ad Almirante è l'ultima vergogna della sindaca Raggi».

Insorge la comunità ebraica. «La decisione del Consiglio Comunale di votare una mozione per intitolare una via a Almirante è una vergogna per la storia di questa città. Chi ha ricoperto il ruolo di segretario di redazione del Manifesto per la Difesa della Razza, senza mai pentirsene, non merita una via come riconoscimento». Così in una nota la Comunità ebraica di Roma.

Carla Di Veroli. «E’ singolare che proprio nell’80mo anniversario delle Leggi Razziste fasciste la maggioranza pentastellata della Sindaca Raggi abbia deciso, su proposta di FdI, di intitolare una strada a Giorgio Almirante - afferma Carla Di Veroli, nipote di Settimia Spizzichino ed esponente della comunità ebraica romana -.
Egli, come molti ricordano, fu il segretario di redazione della rivista “La difesa della razza” (quindicinale che tra il 1938 e il 1943 fu l’espressione più diretta del razzismo del regime fascista), caporedattore del “Tevere”, periodico distintosi per una campagna antiebraica già prima delle leggi razziali e uno dei firmatari de “Il manifesto della razza” che aprì la strada alla legislazione razziale in Italia. Gli anni della R.S.I. furono gli anni della deportazione degli ebrei italiani nei campi di sterminio nazisti e gli scritti di Almirante diedero un grande contributo all’attuazione delle persecuzioni e per le quali io lo considero corresponsabile. Non sembra esistano dunque le condizioni e i contenuti valoriali degni di memoria per le nuove generazioni tanto da proporre un personaggio come Giorgio Almirante per l’intitolazione di una strada, soprattutto a Roma, che fu tragico teatro della più grande deportazione di ebrei italiani, quella del 16 ottobre 1943 - prosegue Di Veroli -. Su 1023 deportati, solo in 16 tornarono e tra loro una sola donna: Settimia Spizzichino, mia zia. In qualità di erede morale di Settimia Spizzichino, reduce dei campi di sterminio di Auschwitz, Birkenau e Bergen Belsen, chiedo formalmente che venga ritirata l’intitolazione di via Settimia Spizzichino (Località Tomba di Nerone) perché nella stessa città non possono coesistere strade intitolate a una sopravvissuta al lager e una a chi fu tra gli ideologi di persecuzioni e complici di deportazioni. Come disse Calvino: “Siamo tutti uguali davanti alla morte ma non siamo tutti uguali davanti alla storia”. Mai più».


Figlia di Almirante soddisfatta. Il via libera del Consiglio capitolino a intestare una via a Giorgio Almirante «è una decisione importantissima, un primo passo verso la sua realizzazione, in quella che è stata la 'suà città, di cui, tra l'altro, è stato votatissimo consigliere comunale. Un giusto riconoscimento, che si affianca a quello di centinaia di altre città italiane». Lo dice all'Adnkronos Giuliana De Medici Almirante, figlia di donna Assunta e dello storico segretario del Msi, e segretario generale della Fondazione Almirante. «Voglio ringraziare -precisa- Giorgia Meloni e il capogruppo Fdi in Consiglio, per aver promosso l'iniziativa e averci creduto fino in fondo. Un fatto che poteva essere realizzato quando, a differenza di oggi, in Consiglio comunale c'era una maggioranza di centrodestra che invece è venuta meno ad un preciso impegno elettorale».

 

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