Il San Giovanni Battista di Santacroce torna nella Chiesa di San Giovanni a Carbonara dopo il restauro (e il furto di 40 anni fa)

Il San Giovanni Battista di Santacroce torna nella Chiesa di San Giovanni a Carbonara dopo il restauro (e il furto di 40 anni fa)
di Donatella Trotta
Sabato 16 Giugno 2018, 11:33
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Sono passati più di quarant’anni da quando venne trafugata, nel 1977. E circa due ce ne sono voluti per restaurarla, con pazienti interventi conservativi da parte dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma, dopo il recupero dell’opera – nel dicembre 2016 - grazie ai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico che, in seguito a brillanti quanto meticolose indagini, hanno infine ritrovato in Belgio, a Bruxelles, questa straordinaria statua scolpita nientemeno che dal giovane Girolamo Santacroce, intorno al 1516. E ora, mercoledì 20 giugno, il San Giovanni Battista del Santacroce tornerà finalmente nel suo sito originario: la splendida chiesa di San Giovanni a Carbonara a Napoli, in una nicchia dove questa scultura, di ineffabile raffinatezza artistica, era stata destinata per la pala d’altare  della cappella Caracciolo di Vico.

«Finalmente una buona notizia per la tutela del nostro patrimonio di beni culturali: quest’opera infatti, lavorata con notevole finezza da un grande maestro del marmo, ha un eccezionale valore storico e artistico, attestato del resto anche da una precisa testimonianza di Giorgio Vasari, che descriveva la statua in termini entusiastici già nel 1550», commenta lo storico dell’arte Riccardo Naldi, autore di rilevanti studi su Girolamo Santacroce e sulla scultura del ‘500 a Napoli e docente dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, che  presenterà la scultura prima della sua ricollocazione in situ. Con Naldi, interverranno anche l’architetto Luciano Garella, Soprintendente di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli; il Tenente Colonnello Nicola Candido, comandante del Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale; le docenti dell’Istituto di Restauro di Roma, Luciana Festa e Flavia Vischetti con Nicola Pagani, i quali illustreranno le fasi dell’intervento conservativo. Alla cerimonia saranno presenti Padre Edoardo Parlato, Responsabile per i Beni Culturali della Curia di Napoli, Ida Maietta, referente della Soprintendenza per l’organizzazione dell’evento e il parroco di san Giovanni a Carbonara, don Ciro Riccardi.

La statua di San Giovanni Battista, scolpita in marmo bianco di Carrara e alta circa un metro, era stata rubata dalla chiesa nel lontano 1977: come è noto, la Campania (con la Toscana e il Piemonte) è una delle regioni italiane più colpite dalla piaga del furto di opere d’arte. Dopo una serie di avventurosi passaggi, l’opera del Santacroce (peraltro notissima e documentata in diverse pubblicazioni) era finita all’estero, in Belgio, acquistata da un antiquario che, venuto a conoscenza della sua provenienza illecita, ha deciso spontaneamente di restituire la scultura al patrimonio artistico italiano, consegnandola il 15 dicembre 2016 all’Ambasciata d’Italia a Bruxelles.

Un’operazione congiunta, insomma, a lieto fine che ha coinvolto, con il Comando Carabinieri-Tutela Patrimonio Culturale, anche la magistratura di Bruxelles, la polizia belga e gli altri Enti culturali che presenzieranno all’evento di mercoledì 20 a Napoli. Un’occasione, per la città e non solo, di tornare a fruire della bellezza di una scultura che – aggiunge Naldi - «si presenta insolitamente compiuta e rifinita in ogni dettaglio, anche posteriormente, malgrado fosse destinata all’interno di una nicchia per l’altare dell’Epifania della cappella di Galeazzo Caracciolo di Vico, opera dei due  maestri spagnoli Diego de Siloe e Bartolomé Ordóñez». Non solo. «Questa intensa  raffigurazione del Precursore – conclude lo storico dell’arte - costituisce  la  prima opera conosciuta  dell’allora giovane scultore Santacroce (1516-1517 circa) e si colloca in un serrato dialogo con la plasticità di marca spagnola degli altri rilievi dell’altare. Nel suo breve percorso artistico Santacroce si affermò così, in parallelo con Giovanni da Nola, come l’esponente più importante della scultura napoletana della prima  metà  del Cinquecento, realizzando autentici capolavori».
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