Migranti, Papa Francesco: piano Marshall per l'Africa, governi devono mettersi d'accordo

Migranti, Papa Francesco: piano Marshall per l'Africa, governi devono mettersi d'accordo
di Franca Giansoldati
Venerdì 22 Giugno 2018, 09:06 - Ultimo agg. 23 Giugno, 18:20
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Da bordo dell'aereo papale
È urgente un Piano Marshall per l'Africa. Un sistema di aiuti europeo sostenuto da tutti gli Stati e destinato ai Paesi teatro di una fortissima emigrazione. E' questo l'unico antidoto per ridurre drasticamente i massicci flussi migratori. Papa Francesco di ritorno da Ginevra dove ha incontrato i capi delle Chiese cristiane, benedice con convinzione il progetto che sta portando avanti la Cancelliera Merkel d'accordo con Macron.

Santità, in questi giorni abbiamo assistito all'odissea della nave Aquarius. Pensa che alcuni governi strumentalizzino il tema dell'immigrazione?
«Ho parlato tanto di questo tema. I criteri che ho individuato per i migranti sono accogliere, accompagnare, sistemare, integrare. Naturalmente poi spetterà a ogni Paese attuarli con la virtù della prudenza, il che significa che ogni governo dovrà fare le valutazioni più opportune su quanti rifugiati può accogliere, quanti può integrare, e a quanti può dare lavoro. Operando su un piano tranquillo e sereno. In Europa stiamo assistendo a una ondata di rifugiati in fuga dalle guerre e dalla fame. Guerra e fame sono, purtroppo, una costante in tanti Paesi dell'Africa. Nel Medio Oriente, invece, abbiamo le persecuzioni. In questi anni l'Italia e la Grecia hanno dimostrato una generosità incredibile ma sono stati ugualmente generosi la Turchia e il Libano che ha tantissimi siriani».

Che ne dice delle inchieste in corso per fare luce sul traffico dei migranti...
«Il problema del traffico dei migranti è complesso. C'è anche da risolvere il dilemma di quando, in alcuni casi, i migranti tornano indietro, quando vengono rimpatriati, dopo essere stati ritrovati nelle acque territoriali libiche. Io ho visto le foto. Appena arrivano si separano subito le donne e i bambini dagli uomini. E Dio solo sa cosa fanno i trafficanti. Conosco il caso del carico di umano di una nave che è finito in una specie di lager. Un lager come nella seconda guerra mondiale. Mutilazioni, torture e poi quando muoiono li buttano nelle fosse comuni».

La cancelliera Merkel da tempo si è fatta portatrice di una sorta di Piano Marshall per l'Africa. E' una buona idea?
«So che diversi governi vogliono fare un accordo e rivedere l'accordo di Dublino. Il problema della fame in Africa forse si può risolvere. Tanti governi europei stanno pensando a un piano di urgenza per investire in questi Paesi, per dare alla gente dell'Africa lavoro ed educazione e una scelta. Vorrei dire una cosa senza offendere: purtroppo nell'immaginario collettivo l'Africa sembra destinata a essere sempre sfruttata, ma questo paradigma deve cambiare. Serve un piano di investimenti per fare crescere il popolo africano che ha tante ricchezze culturali e i ragazzi sono dotati di una intelligenza grande. Con una buona educazione possono fare molto. Questa sarà la strada a medio termine da percorrere, anche se al momento devono mettersi d'accordo i governi per andare avanti e far fronte a questa emergenza».

Le migrazioni sono un problema ovunque ormai, anche negli Usa e non solo in Europa...
«Negli Usa c'è un problema migratorio grande. Come ho già avuto modo di dire sono totalmente d'accordo con quello che hanno detto nei giorni scorsi i vescovi americani, mi schiero con loro».

Cambiamo argomento e parliamo di ecumenismo. I vescovi tedeschi hanno fatto un passo avanti per acconsentire la comunione al coniuge di fede luterana delle coppie miste. Purtroppo su li loro è arrivata una decisione negativa da parte della Congregazione della Fede. Cosa è successo e quali saranno i prossimi passi?
«Nel Codice di diritto canonico quello che hanno studiato i vescovi tedeschi, la comunione in casi speciali, è contemplato. I vescovi tedeschi hanno voluto analizzare l'argomento e portando avanti un tema molto sentito in Germania. La Congregazione è intervenuta di seguito, dietro la mia autorizzazione perchè l'iniziativa risulta fatta dalla intera conferenza episcopale costituisce un precedente per la Chiesa universale. Ecco perché ai vescovi è arrivata una lettera. Ma non è un passo indietro e non va considerato tale. Sono seguiti due o tre incontri di dialogo e credo che presto ci sarà un documento orientativo perché ognuno dei vescovi diocesani possa gestire, nell'ambito della chiesa locale, quello che già il diritto canonico permette. Ma non c'è stata nessuna frenata».
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