Nave Ong, alta tensione tra l'Italia e Malta

Nave Ong, alta tensione tra l'Italia e Malta
di Cristiana Mangani
Sabato 23 Giugno 2018, 16:29
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Chi accoglierà la nave Lifeline? La soluzione potrebbe essere vicina, con Malta che accetta di far approdare il mercantile sulle sue coste. Una decisione imprevista. Ma la ragione non è solamente umanitaria, La Valletta ha sempre rifiutato gli arrivi dei migranti. La ragione è politica, perché intorno a questa imbarcazione di 32 metri della Ong tedesca che batte bandiera olandese, si sta ancora una volta consumando la guerra tra stati europei.

I PORTI
L'Italia ha alzato la voce chiudendo i porti alle navi delle Organizzazioni non governative, nel tentativo di sollecitare un impegno più concreto da parte della Ue. E così ora, mentre a La Valletta temporeggiano e fanno resistenza, entra in scena ancora una volta la Spagna che si offre di fornire aiuti umanitari all'isola, e che potrebbe sbloccare la situazione. Tutto questo sotto lo sguardo attento e vigile della Francia, coinvolta anche lei dal governo maltese. «Siamo in contatto con Malta per offrire supporto se sarà necessario intervenire per aiutare Lifeline nelle prossime ore - conferma la portavoce del governo di Madrid, Isabel Celaa - e abbiamo contatti anche con il governo italiano e francese».

Mentre il ministro dell'Interno Matteo Salvini chiarisce: «Per la sicurezza dell'equipaggio e dei passeggeri, abbiamo chiesto a La Valletta di aprire i porti». E il collega alle Infrastrutture, Danilo Toninelli aggiunge: «Se la nave dovesse sbarcare in Italia, la sequestreremo, non si può giocare sulla pelle delle persone. Si tratta di una imbarcazione irregolare, che non è riconosciuta dall'Olanda».

Da Malta negano di aver ricevuto la richiesta di approdo, anche se Roma ha la mail di risposta che contiene la conferma. Inoltre sul luogo dove si trova l'imbarcazione è arrivato un elicottero di Frontex, la polizia di frontiera, e anche loro hanno sollecitato Malta a un intervento, visto che il mercantile è ormai nell'area di ricerca e di soccorso di competenza. Ma dall'altra parte si finge di non sentire: «Non abbiamo ricevuto alcuna chiamata per avere assistenza dal centro di coordinamento di Roma o dal capitano della nave. Nessuno ha chiesto aiuto», tagliano corto. Un portavoce del governo maltese sostiene anche che l'intervento di Lifeline è avvenuto tra la Libia e Lampedusa e che quindi non si capisce perché debbano essere loro a intervenire. Sono tutti d'accordo, invece, sul fatto che la nave abbia violato i suoi obblighi, accogliendo i migranti nonostante la Guardia costiera italiana gli avesse detto di consegnarli ai libici. Gli stessi libici che, questa volta, invece di reagire hanno preferito allontanarsi dalla scena.

IL CERTIFICATO
La trattativa resta aperta, con i ministri dell'Interno e delle Infrastrutture che mediano e cercano la soluzione, spesso partendo da posizioni diverse. Salvini insiste sul fatto che «non possiamo prenderne uno di più» e invoca provocatoriamente l'intervento del «signorino Macron». Con il governo maltese che, sordo alle richieste di quello italiano si tira fuori e fa da sponda in un triangolo con Spagna e Francia in allerta. Toninelli ribadisce che si tratta di «una nave fuorilegge», e che batte bandiera olandese senza averne diritto. Lifeline mostra il certificato di iscrizione al registro navale, ma non sembra perfettamente a posto, visto che risulterebbe iscritta come piccola imbarcazione, probabilmente per questioni fiscali.

L'Italia, intanto, prepara anche un'altra strategia e affida alla Guardia costiera una comunicazione importante: «Da questo momento - scrivono - ai sensi della convenzione Solas (Safety of life at sea, accordo internazionale elaborato dall'Organizzazione marittima internazionale, volta a tutelare la sicurezza della navigazione mercantile, con esplicito riferimento alla salvaguardia della vita umana in mare) i comandanti di nave che si trovano in mare nella zona antistante la Libia, dovranno rivolgersi al Centro di Tripoli e alla Guardia costiera libica per richiedere soccorso». Un messaggio lanciato anche al paese Nord africano che sembra aver mollato un po' la presa nei controlli, e che già all'inizio della prossima settimana riceverà la visita di Matteo Salvini.
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