Wikipedia oscurata in tutta Italia per protesta, ecco perché

Wikipedia oscurata in tutta Italia per protesta, ecco perché
Martedì 3 Luglio 2018, 11:54 - Ultimo agg. 6 Luglio, 16:17
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Se state cercando informazioni su Wikipedia ma non ci riuscite tranquilli: non avete il computer rotto. Tutte le pagine della versione italiana dell’enciclopedia online oggi risultano oscurate: al loro posto appare un messaggio che a sua volta rimanda a un appello contro una nuova serie di regole dell’Unione Europea sul copyright che saranno votate giovedì 5 luglio a Strasburgo.

Il messaggio «Cara lettrice, caro lettore, il 5 luglio 2018 il Parlamento europeo in seduta plenaria deciderà se accelerare l'approvazione della direttiva sul copyright. Tale direttiva, se promulgata, limiterà significativamente la libertà di Internet.

Anziché aggiornare le leggi sul diritto d'autore in Europa per promuovere la partecipazione di tutti alla società dell'informazione, essa minaccia la libertà online e crea ostacoli all'accesso alla Rete imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni. Se la proposta fosse approvata, potrebbe essere impossibile condividere un articolo di giornale sui social network o trovarlo su un motore di ricerca. Wikipedia stessa rischierebbe di chiudere.

La proposta ha già incontrato la ferma disapprovazione di oltre 70 studiosi informatici, tra i quali il creatore del web Tim Berners-Lee (qui), 169 accademici (qui), 145 organizzazioni operanti nei campi dei diritti umani, libertà di stampa, ricerca scientifica e industria informatica (qui) e di Wikimedia Foundation (qui).

Per questi motivi, la comunità italiana di Wikipedia ha deciso di oscurare tutte le pagine dell'enciclopedia. Vogliamo poter continuare a offrire un'enciclopedia libera, aperta, collaborativa e con contenuti verificabili. Chiediamo perciò a tutti i deputati del Parlamento europeo di respingere l'attuale testo della direttiva e di riaprire la discussione vagliando le tante proposte delle associazioni Wikimedia, a partire dall'abolizione degli artt. 11 e 13, nonché l'estensione della libertà di panorama a tutta l'UE e la protezione del pubblico dominio».

Il documento a cui si sta lavorando contiene due articoli controversi che potrebbero cambiare drasticamente il modo in cui usiamo Internet, e che – a detta dei detrattori più pessimisti – sono pericolosi per la libera circolazione dei contenuti online e potrebbero portare a un controllo senza precedenti dei contenuti online. Lo scorso 20 giugno la Commissione giuridica del Parlamento Europeo (JURI) aveva approvato le proposte contenute nella nuova direttiva per il copyright, necessarie per introdurre alcuni aggiornamenti alle norme per la tutela del diritto d’autore.

Il problema è che la direttiva contiene due articoli – l’11 e il 13, citati anche nel messaggio di Wikipedia – che secondo molti osservatori potrebbero avere conseguenze pericolose per la libera circolazione delle informazioni online. L’articolo 13 dice che i contenuti caricati online nell’Unione Europea devono essere verificati preventivamente, in modo da impedire che finiscano online file con materiale protetto dal diritto d’autore. Il sistema dovrebbe funzionare più o meno come Content ID di YouTube, la funzione di riconoscimento automatico dei video, che verifica se siano stati caricati contenuti protetti da copyright e su cui non si hanno diritti, in modo da eliminarli immediatamente dal sito o mostrarli solo con pubblicità, condividendo i ricavi con gli effettivi proprietari del diritto d’autore. Content ID è un sistema estremamente raffinato e su cui YouTube ha lavorato moltissimo, ma è opinione condivisa dalla maggior parte degli esperti che sia impossibile immaginare un meccanismo simile per qualsiasi caricamento online effettuato nell’Unione Europea.

I critici segnalano inoltre che l’articolo 13 imporrebbe di fatto un controllo preventivo dei contenuti che vengono pubblicati online, creando un vero e proprio filtro contrario ai principi di apertura e libera circolazione delle informazioni su Internet. Lo stesso articolo 13 è estremamente vago e non indica le possibili soluzioni tecniche per raggiungere un obiettivo così ambizioso, né indica con precisione responsabilità e regole per applicarlo. L’articolo 11 prevede, invece, l’istituzione di una sorta di “tassa per i link” da fare pagare alle grandi piattaforme online come Google e Facebook per poter linkare i siti di notizie. In pratica Google e gli altri dovrebbero concordare una licenza con ogni editore, pagando una cifra annuale che copra la loro attività di segnalazione e link verso gli articoli.

L’idea deriva dal confronto che prosegue ormai da anni tra editori e grandi piattaforme online: i primi accusano Google e gli altri di mostrare i loro contenuti attraverso le anteprime sugli aggregatori di notizie o all’interno dei social network, senza averne il permesso e senza offrire ricompense in cambio; i secondi dicono che buona parte del traffico verso i siti di notizie deriva proprio dalla pubblicazione delle anteprime e di altri elementi degli articoli negli aggregatori.

Google in questi anni ha comunque avviato numerose iniziative per finanziare progetti dei siti di notizie, in modo da attenuare il problema ed evitare richieste più esose da parte dei giornali online. Wikipedia chiede ai deputati e alle deputate del Parlamento Europeo di respingere l’attuale testo della direttiva e di riaprire la discussione. Nell’appello si invitano anche gli utenti a fare pressione telefonando ai deputati europei o mandando loro una mail. Ad essere bloccato è comunque il sito di Wikipedia Italia, mentre l’applicazione funziona.

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