«Innovation hub a San Giovanni,
vinta la sfida dello sviluppo»

«Innovation hub a San Giovanni, vinta la sfida dello sviluppo»
di Rossella Grasso
Mercoledì 4 Luglio 2018, 09:03 - Ultimo agg. 12:04
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L'Innovation Hub di Intesa Sanpaolo spegne la sua prima candelina. A un anno dalla partenza del polo nato a San Giovanni a Teduccio con la partnership della Federico II, i numeri confermano il successo dell'iniziativa. Venti workshop svolti durante l'anno su temi specifici come la realtà virtuale e gli open data, 31 startup e pmi coinvolte, più di 700 aziende campane che si sono incontrate e più di 250 giovani universitari coinvolti. Numeri che testimoniano la vitalità dell'ecosistema dell'innovazione made in Campania e la volontà di Intesa Sanpaolo di supportare l'ondata di positività. In 18 mesi sono stati erogati dal Banco di Napoli 24 milioni di euro a 63 aziende, tra start-up e pmi innovative. La novità rispetto agli anni precedenti è che hanno potuto beneficiare dei fondi anche le aziende piccole o startup senza fatturato che però hanno una buona idea spendibile sul mercato. «Queste erogazioni sono state possibili grazie ad un modello di valutazione del potenziale tecnologico delle start-up, il DATS ha spiegato Francesco Guido, direttore generale del Banco di Napoli e Direttore regionale di Intesa Sanpaolo per il Sud - una due diligence tecnologica che consente anche alle start-up in fase di pre-fatturato di accedere al credito». Attraverso un sistema collaudato di verifica dei dati di bilancio di una società, Banco di Napoli ha passato al vaglio numerose micro imprese per poi finanziare quelle con il potenziale più alto. In un ano ne ha effettuati 44. L'Innovation Hub di San Giovanni, nato in contemporanea a quello di Bari in partnership con il Politecnico, ha messo insieme, fisicamente nella stessa stanza e virtualmente all'esterno, le migliori tecnologie locali, aziende strutturate, startup e pmi per fare matching. Il risultato sono 40 fidanzamenti, incontri tra offerta e domanda di innovazione realizzati durante l'anno.

I PILASTRI
All'evento di presentazione dei risultati ottenuti dall'Innovation Hub con tanto di torta e candeline sono intervenuti, oltre a Francesco Guido, Giancarlo Tammaro, Direttore regionale Campania, Basilicata, Calabria e Puglia di Intesa San Paolo, Antonio Pescapè, direttore Scientifico di Digita Academy e Giorgio Ventre, direttore scientifico IOS Developer Academy. Banca e università riunite in un solo polo per facilitare il trasferimento tecnologico dal laboratorio alle aziende. E' questo l'intento dell'Innovation Hub che mette in pratica secondo 5 pilastri. Il primo è il matching, il secondo è lo scouting. Durante l'anno Intesa Sanpaolo è andato alla ricerca di giovani talenti nelle Academy, nelle Università, promuovendo o partecipando ad hackathon per inserirli nella propria rete. Terzo pilastro è la finanza a disposizione dell'innovazione, con finanziamenti, call to action e il fitto network di cui dispone. Poi c'è l'internazionalizzazione e l'obiettivo di mettere in rete tutti gli hub dentro e fuori Italia. E infine i workshop, momenti di incontro per imparare, mettere insieme le idee e le forze. Le nostre 250mila aziende clienti per noi non sono come le figurine da collezionare ha detto Guido cerchiamo di renderle leva per la crescita.

IL POLO
Lo scenario un po' desolato potrebbe far pensare al peggio, ma San Giovanni a Teduccio si avvicina sempre più a una piccola Silicon Valley. E' qui che nascono le idee e chi le ha pensate può trovare gli strumenti per realizzarle semplicemente bussando alla porta accanto. Ne è convinto Antonio Pescapè: San Giovanni ha detto - sta dimostrando di essere un punto di riferimento tecnologico non solo per il Sud».

STORIE DI SUCCESSO
Sono tante le storie di successo di startup che Intesa Sanpaolo racconta. Come quella di Evja, startup che produce sensori per la quarta gamma con algoritmi predittivi. La banca l'ha finanziata nel 2016 per creare un prototipo e subito dopo ha messo in commercio le centraline e i software realizzati. Nel 2018 sono entrati nel capitale sociale due fondi di venture capital stranieri che fanno capo alle multinazionali Bayer e RWA. Poi c'è Linup, che produce sensori indossabili sui vestiti o sugli occhiali per il training on the job.
 
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