Facebook crolla in Borsa: in pochi minuti Zuckerberg brucia 16,8 miliardi di dollari

Facebook crolla in Borsa: in pochi minuti Zuckerberg brucia 16,8 miliardi di dollari
Giovedì 26 Luglio 2018, 07:46 - Ultimo agg. 28 Luglio, 08:58
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Facebook crolla in Borsa con la trimestrale deludente, che mostra come il colosso di Mark Zuckerberg non è uscito del tutto intatto dallo scandalo dei dati di Cambridge Analytica e da quelli legati ai suoi contenuti. Il social network riporta una crescita dei ricavi sotto le attese nel secondo trimestre e avverte: il rallentamento può continuare nei prossimi mesi. Parole che sono una doccia fredda e che fanno precipitare il titolo in Borsa del 24% nelle contrattazioni after hours. In pochi minuti Zuckerberg brucia dunque 16,8 miliardi di dollari. Una perdita che - secondo il Bloomberg Billionaires Index - lo fa scivolare dal terzo al sesto posto degli uomini più ricchi al mondo.

Facebook archivia quindi il secondo trimestre con ricavi in aumento del 42% a 13,2 miliardi di dollari, sotto le attese degli analisti, che scommettevano su 13,4 miliardi: è la prima volta dal 2015 che Facebook manca di centrare i target degli analisti. Delude anche la crescita degli utenti, saliti dell'11% a 1,47 miliardi di 'amicì al giorno, meno delle attese del mercato che prevedeva un aumento del 13% a 1,48 miliardi. L'utile netto si è attestato a 5,1 miliardi di dollari, o 1,74 dollari per azione, leggermente sopra gli 1,72 dollari attesi dagli analisti. Gli 'amicì di Facebook sono rimasti stabili nei suoi due maggiori mercati, ovvero gli Stati Uniti e il Canada, mentre sono calati in Europa. A preoccupare è l'allarme del chief financial officer, David Wehner, che prevede che il rallentamento dei ricavi continuerà per il resto dell'anno, con il tasso di crescita che scenderà a una sola cifra percentuale nel terzo e nel quarto trimestre.

Facebook è sotto esame dalle elezioni americane del 2016 e da quando ha ammesso, nel 2017, che entità russe avevano usato la sua piattaforma per diffondere messaggi controversi durante la campagna elettorale.
Lo scandalo di Cambridge Analytica nei mesi scorsi non ha fatto altro che peggiorare la situazione, contribuendo a ulteriori critiche a Facebook e al suo amministratore delegato, costretto a presentarsi in Congresso e rispondere al fuoco di fila di critiche e domande dei politici americani. Dallo scandalo i titoli Facebook però si erano ripresi rapidamente, lasciando immaginare che il social media non ne avesse risentito. I conti invece mostrano una realtà diversa.
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