Rai, oggi la nomina dell'amministratore delegato: in lizza Salini e Ciannamea

Rai, oggi la nomina dell'amministratore delegato: in lizza Salini e Ciannamea
di Marco Conti
Venerdì 27 Luglio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 14:14
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Il pacchettone-nomine spicca ancora sui tavoli di palazzo Chigi. Ieri sera nuovo incontro dopo il fallito vertice pomeridiano. In notturna, alla presenza del premier Giuseppe Conte e dei sottosegretari Stefano Buffagni e Giancarlo Giorgetti plenipotenziari sull'argomento rispettivamente di M5S e Lega, Di Maio e Salvini hanno ripreso l'argomento.

Le poltrone da occupare non sono poche ma tra queste spiccano, per interesse e importanza, quella di amministratore delegato - al quale la legge assegna poteri quasi assoluti - e presidente della Rai. L'impegno resta, salvo sorprese, di portare le nomine nel consiglio dei ministri di oggi ma la quadratura del cerchio non è facile. Dopo giorni di veti contrapposti e nomi sponsorizzati e poi bruciati, la scelta dell'ad sembra essersi ridotta ad una corsa a due tra Fabrizio Salini e Marcello Ciannamea. Il primo attuale direttore generale di Stand by Me, la società di produzione tv fondata e guidata dal 2010 da Simona Ercolani. Interno alla Rai è invece Ciannamea, attuale direttore dei palinsesti e consigliere di amministrazione di Auditel. In discesa le chance di Valerio Fiorespino, ex direttore del personale Rai attualmente all'Istat e che avrebbe prodotto un parere legale a supporto di un suo possibile rientro a viale Mazzini.
 
Il braccio di ferro su Salini, fortemente voluto dal M5S, è proseguito anche ieri sera. A Salini la Lega attribuisce un qualche legame con il mondo renziano poiché la società dove lavora ha fatto la regia per alcune edizioni della Leopolda. A complicare la caccia al manager esterno il tetto dei 240 mila euro posto alla retribuzione e il rischio di possibili rilievi dell'Anac e della corte dei Conti. E' probabile che, come accadrà per le Ferrovie, alla fine si vada verso una soluzione interna e che quindi Ciannamea abbia alla fine la possibilità che oggi il consiglio dei ministri lo indichi come ad su proposta del ministro Tria che ieri ha incontrato a lungo il presidente della Camera Roberto Fico che nella scorsa legislatura si è a lungo occupato di Rai presiedendo la Vigilanza.La scelta tra i due influenza anche il nome del presidente. Sin dalle prime battute è venuto fuori il nome di Giovanna Bianchi Clerici, già parlamentare della Lega e consigliera Rai. La Clerici permetterebbe al governo di rispettare anche il meccanismo delle quote rosa previsto dalla legge Madia. Ma il suo nome fa storcere il naso ai grillini per il suo passato leghista e una condanna avuta proprio in qualità di consigliera d'amministrazione.

Resta il fatto che qualora la scelta dovesse finire su Ciannamea e non su Salini - quota M5S - per la Bianchi Clerici le probabilità potrebbero diminuire proprio per evitare l'accusa di aver occupato la Rai con nomi di partito. Difficile però evitare la critica che l'ex premier Paolo Gentiloni mette nero su bianco: «Non ho mai visto un Governo così concentrato sulle nomine di potere in Rai e nelle aziende pubbliche». Mentre Daniela Santanchè (FdI) chiede al governo «trasparenza».

Quello di ieri sera è il terzo vertice a palazzo Chigi che dietro alla scelta dell'ad nasconde, nemmeno tanto, lo scontro che c'è sulla scelta dei direttori di testata. Il M5S non molla sul Tg1. Vuole indicare il direttore (in pista Peter Gomez o Milena Gabanelli) e lasciare alla Lega il Tg2 (Luciano Ghelfi o Alessandro Giuli), la Tgr (Nicola Rao), Isoradio (Paolo Corsini), Tg3 (l'attuale Luca Mazzà). Salvini però non ci sta. Sostiene che il M5S ha scelto l'ad e quindi che la seconda poltrona più importante debba andare alla Lega che potrebbe piazzare al Tg1 Gennaro Sangiuliano.
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