Non sparate sul recensore

Non sparate sul recensore
Sabato 28 Luglio 2018, 17:35
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Giorgio Manganelli è andato oltre l’essere scrittore e critico, è diventato una isola-nazione, di opposti, con colline d’ossimori, strade arzigogolate eppure morbide da percorrere, che portano a case romanzo con piani oscillanti di nitidezze e ingegnosità e affacci su mari di aggettivi ricercatissimi, che appare e scompare, una sorta di Atlantide letteraria che genera nostalgia e rimpianto quando la si lascia, e allegria e febbri da sirti quando riappare: tornando sotto forma di nuovi libri, raccolte di scritti o semplici riedizioni. Perché Manganelli è un virus che costringe al miglioramento, che porta ad innalzarsi e a macerarsi in perfetti labirinti letterari, miniature di perfezione e atrocità. Ogni volta compare un Manganelli diverso, in continua metamorfosi, con alla base sempre una lingua puntigliosa, perfetta, raffinata e senza peso, con mille provocazioni e senza mai sbavare, persino quando fa “solo” critica, ecco: “Non sparate sul recensore” (Nino Aragno editore) a cura di Lietta Manganelli.  
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