Tre napoletani lanciano la startup per chi «vo fa l'americano»

Tre napoletani lanciano la startup per chi «vo fa l'americano»
di Francesca Cicatelli
Mercoledì 1 Agosto 2018, 16:00
4 Minuti di Lettura
Avranno preso in parola Carosone i tre napoletani Gaetano Castaldo, Ferdinando Flagiello e Nicola Mangani che hanno deciso di ridurre le distanze tra Napoli e la Grande Mela. Così la città partenopea può andare in trasferta in America attraverso tour esperienziali che coinvolgono anche artisti italiani. New York e Napoli così vanno a braccetto come l'amicizia dei tre napoletani prestati da tre anni al sogno americano. I giovani startuppers di Bridge 41 curano diversi progetti tra cui l’organizzazione di eventi e l’esportazione del Made in Italy verso gli States e con il progetto "Visita New York City" viene mostrato il plus ultra della Grande Mela attraverso gli occhi di chi la vive quotidianamente al di là delle classiche attrazioni proposte dai social media e dai mezzi di comunicazione. La base operativa è a Napoli e a Manhattan da cui il nome della startup che dà l'idea di "ponte" che collegare gli Stati Uniti e l’Italia partendo dalle due città cardine del Parallelo 41 del meridiano terrestre: New York e Napoli. "New York - commenta il trio - è la terra delle opportunità e delle vibrazioni positive. È il piacere di lavorare, fare business e vivere in una realtà che non dorme mai. Napoli è la città del mio cuore, problematica ma allo stesso tempo unica per la bellezza, tradizioni e qualità della vita. Nonostante organizzare un evento qui sia più problematico in termini di comunicazione e apertura del pubblico a proposte innovative, il calore dei napoletani assicura la riuscita di ogni progetto e grandi soddisfazioni per il nostro impegno".
 


Com’è nata quest’avventura?
"L’avventura nella Grande Mela nasce dall’innamoramento per la città: è successo tutto durante l’esperienza di studio della lingua nel 2014 visitando la vetta di uno di quei crazy tall buildings".

Perché Nyc e quali le difficoltà oggettive?
"Di difficoltà ce ne sono tantissime, la prima è la lingua, non studiamo bene l’inglese. Poi ci sono le difficoltà di una città che è un giungla vera e propria che ti sbatte le porte in faccia ogni singolo giorno. E’ dura vivere lontani da casa, star lì da solo. Occorre creare un nuovo micromondo personale con nuove amicizie e soprattutto ambientarsi in una città che va di fretta".

In cosa consiste la start up e quali passaggi burocratici avete affrontato?
"Bridge 41 vuole rappresentare un ponte fra l’America e l’Italia e il collegamento parte da Napoli, la mia terra, la città in cui sono nato e cresciuto e dove sono iniziati i miei sogni. New York city è la città in cui vivo da 4 anni e che mi ha dato tanto esperienze e opportunità. Entrambe le città sono sullo stesso Parallelo 41 del Meridiano Terrestre. Aprire la start up è stato complicato, soprattutto perché inizialmente volevamo che fosse tutta italiana, ma viste le tempistiche della camera di commercio, abbiamo optato per una Llc americana in 30-45 minuti online".

E’ più facile lavorare in America e se sì perché?
"L’America offre più opportunità, se hai voglia di fare le soddisfazioni arrivano impegnandosi al 100%"

Come coinvolgete i clienti negli eventi?
"I miei ospiti non sono clienti ma dei nuovi amici. Bisogna essere ben strutturati e veloci nel cambiare programma se s’incontrano difficoltà. Essere rapido nelle decisioni".

Come si organizza un evento a NY e quali differenza organizzative rispetto all’Italia?
"Vivere a Nyc , specialmente se piace il brivido, il feeling di sentirsi sempre in movimento e poter creare nuove idee è il top. Un sogno che diventa realtà. Guardare il World Trade Center dei movies americani e poi lavorarci è emozionante così come creare l’aperitivo stile italiano e portarlo avanti per 25 mesi ogni settimana in una realtà che non conosce il nostro concetto di aperitivo".

Vivere a Ny è un po' come vivere in un immenso negozio a cielo aperto dove tutto è acquistabile, non vi manca Napoli?
"Napoli? Ogni singolo giorno è nella mente e nel cuore. Bisogna farsi forza e lottare duro contro la giungla newyorkese. Ma appena ho qualche weekend lungo o qualche settimana di riposo faccio il possibile per viaggiare verso casa, la famiglia e gli miei amici nella mia splendida terra".

Consigli per trasferirsi?
"Trasferirsi non è solo prendere un aereo e lanciarsi. Trasferirsi a New York è un impegno enorme, è una dimensione immensa in un cui sei un puntino nel nulla e solo se sei sveglio e perseverante raggiungi il successo. Consiglio per reinventarsi di iniziare dai lavori più umili dimostrando la nostra essenza e abilità di italiani".
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