Papa Francesco cambia il Catechismo: «La pena di morte è inammissibile»

Papa Francesco cambia il Catechismo: «La pena di morte è inammissibile»
di Franca Giansoldati
Giovedì 2 Agosto 2018, 13:05 - Ultimo agg. 3 Agosto, 19:11
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Città del Vaticano - Papa Francesco riforma il Catechismo della Chiesa Cattolica nella parte riguardante la pena di morte che viene bandita in ogni caso, sempre e comunque, anche per il tiranno più sanguinario. Con un ’rescritto’ a firma del cardinale Luis Ladaria, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, ha disposto la revisione dell'articolo numero 2267 del Catechismo stabilendo che «la Chiesa insegna, alla luce del Vangelo, che la pena di morte è inammissibile perchè  attenta all’inviolabilità  e dignità  della persona’, e si impegna con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo». La disposizione è stata mandata a tutti i vescovi del mondo affinchè provvedano a diffonderla e farla diventare pratica quotidiana.

«Per molto tempo - ricorda il Papa nel ’rescritto pubblicato oggi - il ricorso alla pena di morte da parte della legittima autorita’, dopo un processo regolare, fu ritenuta una risposta adeguata alla gravita’ di alcuni delitti e un mezzo accettabile, anche se estremo, per la tutela del bene comune. Oggi e’ sempre piu’ viva la consapevolezza che la dignita’ della persona non viene perduta neanche dopo aver commesso crimini gravissimi. Inoltre, si e’ diffusa una nuova comprensione del senso delle sanzioni penali da parte dello Stato. Infine, sono stati messi a punto sistemi di detenzione piu’ efficaci, che garantiscono la doverosa difesa dei cittadini, ma, allo stesso tempo, non tolgono al reo in modo definitivo la possibilita’ di redimersi».

«Pertanto - spiega Francesco nel breve documento affidato alla Congreghazione per la Dottrina della Fede - la Chiesa insegna, alla luce del Vangelo, che la pena di morte e’ inammissibile perche’ attenta all’inviolabilita’ e dignita’ della persona e si impegna con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo». La disposizione è stata pubblicata sugli Acta Apostolicae Sedis, una specie di Gazzetta Ufficiale, diventando dunque effettiva.

Nel vecchio testo, ora emendato, veniva ripreso l’insegnamento tradizionale della Chiesa che non escludeva «supposto il pieno accertamento dell’identità e della responsabilità del colpevole», il ricorso alla pena di morte, «quando questa fosse l’unica via praticabile per difendere efficacemente dall’aggressore ingiusto la vita di esseri umani». Naturalmente il catechismo faceva riferimento al bisogno di evitare i mezzi incruenti per difendersi dall'aggressore e «proteggere la sicurezza delle persone» visto che più conformi alle condizioni concrete del bene comune.
 
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