Cesare Garboli: pianura proibita

Cesare Garboli: pianura proibita
Sabato 4 Agosto 2018, 19:41 - Ultimo agg. 19:58
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Rosetta Loy sapeva meglio di chiunque altro che per raccontare Cesare Garboli serviva un innesto, una trama complicata che ne replicasse l’altezza letteraria e anche la capacità di sfuggire analizzando a fondo gli autori che raccontava: da Delfini a Molière passando per Pascoli, Chateaubriand e Dante, per citare solo alcuni dei suoi scrittori, letti, tradotti, analizzati, spiegati, restituiti con unicità. La Loy, con “Cesare” (Einaudi), ha scelto una biblio-biografia, una finezza, raccontando i saggi di Garboli ne rievoca contesti e pensieri, scrivendo un libro altissimo, che non solo restituisce la grandezza del critico, ma ne racconta anche la tensione morale: «Gli arabi chiamano pianura proibita quei territori della scrittura dove lo stile pianeggiante della semplicità nasce dopo un lungo sforzo, e testimonia di laboriose e difficili prove. Non mi dispiacerebbe finire i miei giorni camminando da solo per una di quelle pianure ignote, dove passano poche anime vive».
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