Paperon de Paperoni? Era vescovo di Foligno

Paperon de Paperoni? Era vescovo di Foligno
di Nico De Vincentiis
Giovedì 9 Agosto 2018, 09:09 - Ultimo agg. 11:55
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Un tuffo nel mondo dei fantastiliardari. E chi lo fa? Un vescovo, e per di più studioso di san Francesco, il cantore della povertà. A introdurlo nel club dei super ricchi un collega del 1265. Qualcuno dirà: ancora uno scandalo della Chiesa immischiata tra potere e denaro? Macché, Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento, tra le sue carte di storico ha semplicemente notato che qualche anno dopo la morte del «Poverello d'Assisi» la diocesi di Foligno fu affidata a un vescovo di nome Paperone. Della famiglia de' Paperoni. Si potrebbe dire: altro che Scrooge, personaggio creato da Dickens per il suo «Canto di Natale», Walt Disney potrebbe aver pescato nel Medioevo per disegnare uno dei protagonisti principali dei suoi fumetti. Naturalmente tutto questo per estrema sintesi. Monsignor Accrocca, infatti, in un suo articolo pubblicato sull'Osservatore Romano, è prodigo di citazioni e di riferimenti storici. Si addentra, con dovizia di dettagli «tecnici», nella successione storica di quel tempo in cui fra Paperone faceva parte della provincia Romana dell'Ordine dei predicatori (o domenicani) prima di essere nominato vescovo di Foligno e poi di Spoleto. «Proprio in quel palazzo arcivescovile - dice Accrocca si trova effigiato tra i ritratti settecenteschi degli altri vescovi spoletini, indicato appunto con il nome di Paparonus de' Paparonis. Semplice casualità il fatto che il nome italiano scelto per il personaggio creato negli Stati Uniti da Carl Barks coincida con quello assegnato all'antico vescovo?». Difficile pensare che il mondo che ruota intorno a Disney immaginasse all'epoca di ferire la Chiesa spesso tentata dal denaro («Un vescovo col nome da papero? Facciamone il simbolo dei valori rovesciati sotto il peso dei dollari»). Ma intanto quel Paperone del XIII secolo si ritrova la reputazione macchiata dall'omonimo taccagno di un immortale (quello sì) fumetto.

 
Resta il fatto che la ricerca effettuata dall'arcivescovo di Benevento porta a considerare la suggestiva ipotesi che Paperon dè Paperoni era - almeno nel nome - quel Paparone de Paperonibus, nobile ecclesiastico del Duecento durante i pontificati di Papa Clemente IV e Papa Onorio IV. L'Osservatore Romano «gioca» con i nomi del noto personaggio Disney e del meno famoso uomo di Chiesa, anche con l'intervento dello scrittore Dario Fertilio. Via alle coincidenze. La genealogia tratta da «Hierarchia Catholica» rileva infatti un vescovo.

Paparone nella diocesi umbra, appartenente alla ricca famiglia romana dei Papareschi nel rione di Trastevere, iscritto poi nell'ordine dei domenicani come proveniente dalla famiglia de Paparonibus o de Paperonibus.
Manca la conferma, ma nessuno esclude che nel 1952 proprio a quello strano nome e cognome del vescovo medievale di Spoleto potrebbe essersi ispirato Guido Martina, traduttore per la Mondadori delle storie dei personaggi Disney i cui nomi americani venivano poi reinventati in italiano: come Mickey Mouse divenne Topolino e Donald Duck fu Paperino, così

Uncle Scrooge, a sua volta ispirato all'avaro del «Canto di Natale», sarebbe diventato, grazie all'erudizione medievale del suo traduttore italiano, Zio Paperone ovvero Pape. E così fra Paparone, il predicatore domenicano (che probabilmente nel XIII secolo si scagliava contro il potere e il denaro) divenne Paparon de'Paparoni.

La tesi di Felice Accrocca, apprezzato medievista e storico del Francescanesimo, scelto da Papa Francesco per guidare la Chiesa Beneventana (è tra i suoi lettori più affezionati), nell'alveo delle ricerche di simpatiche curiosità e con un sottile filo di ironia, finisce per associare quel Medioevo delle grandi disuguaglianze alla realtà del mondo di oggi. La competizione tra i potenti della finanza schiaccia i più poveri, l'ingordigia si abbatte sulla fragile resistenza di fasce sociali annichilite dalla crisi infinita.

È come quel mitico tuffo di Paperone nella sua piscina di dollari. «Un episodio delle storie dei paperi disneyani scrive il vescovo di Benevento nel suo intervento sull'Osservatore - vede zio Paperone rodersi il fegato perché il suo antagonista Rockerduck era stato in grado di presentarsi al club dei miliardari esibendo il titolo di conte. La cosa faceva schiattare d'invidia Paperone: tuttavia, al termine di un'avventura rocambolesca nel corso della quale il proprietario della mitica «numero Uno» arrivò addirittura a salvare le sorti di un piccolo regno della vecchia Europa, ottenne in ricompensa dal suo sovrano nientemeno che il titolo di duca. Paperone riuscì ancora una volta a battere Rockerduck non solo a suon di miliardi, ma anche quanto a titoli gentilizi». Come dire: a vincere sono sempre gli stessi.
 
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