Peppino Di Capri: «Isola in declino,
si imita il peggio di altre località»

Peppino Di Capri: «Isola in declino, si imita il peggio di altre località»
di Mariagiovanna Capone
Venerdì 10 Agosto 2018, 10:23 - Ultimo agg. 10:25
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Un'estate anomala a Capri. Gli scandali degli abusi edilizi stanno macchiando l'allure dell'isola, da sempre considerata il buen retiro delle star internazionali. Un declino che negli ultimi anni ha subito un'accelerazione, come racconta Peppino di Capri.

L'isola finisce sui giornali non solo per il gossip ma anche per gli abusi edilizi.
«Siamo entrati in fase così caotica che sarà difficile uscirne. Dovremmo tornare alla tradizione su tutto, su ogni questione, per trovare una via d'uscita».

In che senso?
«C'è chi ha scoperto che Capri è tutto. Feste, matrimoni, droni: qualsiasi cosa venga in mente deve essere fatta qui. È troppo. Capri è cambiata, ma in modo tale da non essere più se stessa, anche perché si tende a voler imitare altre località famose, spesso anche male, stentando nelle imitazioni».

La Capri di oggi è così peggiorata?
«Molto. Pensi all'artigianato, per esempio, un fiore all'occhiello dell'isola. Era così bello farsi aggiustare i sandali al momento, sentire l'odore del cuoio. Adesso sono quasi del tutto scomparsi, sostituiti da griffe che aprono, chiudono, si spostano, se ne vanno, tornano. Un caos commerciale che non fa bene a nessuno».

Ci sono però migliaia di turisti che arrivano in Piazzetta.
«Turismo di massa, il classico mordi e fuggi utile a chi, mi chiedo? Non all'isola perché oltre a un ciondolino non comprano, gli interessa il selfie in piazzetta e la foto da mettere su Instagram per dire sono a Capri. Ma l'isola non l'hanno conosciuta affatto, non ne hanno respirato i profumi, non hanno ammirato un tramonto alla piazzetta delle Noci restando senza parole per la bellezza come succede ancora a me dopo tanti anni. Di Capri gli resteranno i selfie da ostentare sui social. E poi 25mila sbarchi sono davvero eccessivi, a volte impiego più tempo per percorrere il molto che per fare la traversata in aliscafo».

 

C'è quindi un degrado generale che si riflette anche negli abusi edilizi?
«Il caos c'è in ogni settore. Si dovrebbe tornare alla tradizione per migliorare. Non intendo regredire o fare amarcord: intendo ritrovare un attaccamento reale per l'isola che è andato perso. Tradizione per me è questo: ritrovarsi. Partire da questo e usare la tecnologia e l'innovazione per essere autosufficienti».

Cosa farebbe?
«Non mi risulta che sia tutto perfetto a Capri per chi ci vive. Ascolto gli isolani e riferisco ciò che sento, cioè di un'isola che non offre servizi adeguati, non ci sono attrezzature che invece dovrebbe avere. Con tutti i soldi che incassa, occorrono servizi all'altezza. Proprio perché è isola dovrebbe essere più perfetta, offrire di tutto».

E realizzarlo come?
«Credo che per ottenere una Capri migliore occorra una cordata di capresi doc, di persone che tengano all'isola veramente. Per farla diventare un'isola migliore, mantenendo saldo il rigore della tradizione, la sua naturalezza e spontaneità. Mi dispiace e fa male al cuore vedere come è cambiata: le tradizioni e le radici ci rappresentano».

I vip però ci sono sempre.
«Le star internazionali ci sono sempre state, ma prima erano di un altro stampo. Sceglievano Capri per riposare, rigenerarsi e allontanarsi dal chiacchiericcio. Si godevano la sua magia, non cercavano il paparazzo. Ora invece la scelgono per dire eccomi, ci sono anch'io, per farsi vedere, fotografare, in cerca di gossip».

Troppa apparenza?
«Esatto, ostentata al punto da non essere neanche reale.

Pensi, ci sono persone che fanno arrivare le loro barche al porto, ma a bordo nemmeno ci sono, per creare il mistero sulla loro presenza qui che fa tanto vip. Basta che se ne parli, insomma. È inevitabile quando le frequentazioni si fanno così superficiali e irreali attraverso le nuove tecnologie, che anche ciò che è intorno cambia. E Capri è cambiata troppo».

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