Non hanno esitato un solo istante. Le famiglie dei quattro ragazzi di Torre del Greco uccisi dalle macerie del ponte Morandi di Genova, in queste ore hanno firmato il rifiuto ai funerali di Stato. La tragedia è pubblica, il dolore è privato, intimo.
Giovanni Battiloro, Matteo Bertonati, Gerardo Esposito e Antonio Stanzione, tornano nella loro città. «L’ultimo saluto – dice Roberto Battiloro, papà di Giovanni e segretario di redazione della Rai di Napoli – i nostri figli lo riceveranno a casa loro, fra tutte le persone che li hanno amati e protetti, fra i tanti cari amici, i parenti anziani», e con alcune delle loro mamme che pietrificate dal dolore e bloccate dai malori non hanno potuto raggiungere il capoluogo ligure.
Giovanni Battiloro, Matteo Bertonati, Gerardo Esposito e Antonio Stanzione, tornano nella loro città. «L’ultimo saluto – dice Roberto Battiloro, papà di Giovanni e segretario di redazione della Rai di Napoli – i nostri figli lo riceveranno a casa loro, fra tutte le persone che li hanno amati e protetti, fra i tanti cari amici, i parenti anziani», e con alcune delle loro mamme che pietrificate dal dolore e bloccate dai malori non hanno potuto raggiungere il capoluogo ligure.
L’ultimo viaggio dei giovani partiti il 14 agosto per qualche giorno di vacanza, comincia tra qualche ora. Domani alle 17.30 nella basilica di Santa Croce a Torre del Greco, l’addio ai quattro ragazzi stroncati mentre fra partite di calcetto e jam session, cercavano di realizzarsi professionalmente. Sapevano divertirsi, sapevano vivere e avevano obiettivi chiari, cercando ognuno la propria strada verso il mondo degli adulti. Un mondo e una strada che ha centrato in pieno e spezzato per sempre le loro vite. Domani in chiesa, saranno insieme per l’ultima volta.
Il sindaco Giovanni Palomba, che fin dai primi istanti dell’allarme scattato martedì sera non ha trascurato un solo passaggio della vicenda, da Genova sta predisponendo il lutto cittadino a Torre del Greco, la città su cui è piombata una coltre di dolore, silenzio, angoscia. Una città che tra organizzazione per l’ordine pubblico di domani e striscioni di cordoglio, si sta preparando per salutare «quei quattro bravi ragazzi» sotto la pioggia scrosciante e un diluvio di lacrime. A Genova, durante la cerimonia pubblica ci saranno soltanto quattro bare vuote con quattro targhe.
Il sindaco Giovanni Palomba, che fin dai primi istanti dell’allarme scattato martedì sera non ha trascurato un solo passaggio della vicenda, da Genova sta predisponendo il lutto cittadino a Torre del Greco, la città su cui è piombata una coltre di dolore, silenzio, angoscia. Una città che tra organizzazione per l’ordine pubblico di domani e striscioni di cordoglio, si sta preparando per salutare «quei quattro bravi ragazzi» sotto la pioggia scrosciante e un diluvio di lacrime. A Genova, durante la cerimonia pubblica ci saranno soltanto quattro bare vuote con quattro targhe.