Raganello, la guida del parco del Pollino: «Due gruppi di persone nel posto sbagliato»

Raganello, la guida del parco del Pollino: «Due gruppi di persone nel posto sbagliato»
Martedì 21 Agosto 2018, 12:59
3 Minuti di Lettura

La sorte avversa: trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Dopo la piena del torrente Raganello a Civita di Castrovillari nel cosentino e il drammatico bilancio di vittime e feriti, una guida ufficiale del parco nazionale del Pollino, Emanuele Pisarra, attento conoscitore della zona prova a spiegare la tragedia dopo essere stato tra i primi soccoritori ad arrivare sul luogo del disastro. «Due gruppi si sono trovati purtroppo nel posto sbagliato al momento sbagliato».

LEGGI ANCHE Raganello, 10 morti nella piena del torrente: trovati vivi gli ultimi 3 dispersi

Per la guida le persone rimaste ferite e le vittime si sarebbero radunate, ignare di quanto stava per accadere, in una zona del torrente che quando viene interessata da un rigonfiamento d'acqua si trasforma in una vera e propria trappola. «Lì ci sono corte, e cioé vie attrezzate, e marmitte, vasche di accumulo dell'acqua, e questo - ha aggiunto Pisarra - ha creato i maggiori problemi».  Un persorso del torrente tutt'altro che semplice da affrontare anche per i più esperti. «Quella - ha aggiunto la guida ufficiale del parco - è la parte più difficile e impegnativa del percorso, ma anche la più bella. C'è da dire però che con la pioggia e con l'ingrossamento improvviso del torrente, tutto questo rischia di trasformarsi in qualcosa di letale. Non voglio nemmeno pensare se una situazione del genere si fosse verificata a Ferragosto, quando sul Raganello c'erano circa 650 persone o un sabato. Temo che, in quel caso, ci sarebbe stata un'ecatombe. Adesso qualcuno dovrà pure rispondere di quanto é accaduto».
 



Anche perché non è la prima volta che si consuma un incidente nel torrente. Tre anni fa, proprio nel periodo di Ferragosto, complice la pioggia battente il Raganello si gonfiò improvvisamente. Diverse furono le persone che riuscirono a mettersi in salvo e che ricordano ora, dopo questa tragedia, quell'esperienza: «Io, un amico e due amiche siamo vivi per miracolo dal Ferragosto di tre anni fa - scrive Armando A., sui social - Sotto la pioggia battente, il Raganello si ingrossa a dismisura e ci vuole solo fortuna. Col bel tempo e nella prima parte in pianura è uno spettacolo. Se vai avanti e piove diventa invece come in un film. Vorresti correre ma devi rifare in discesa le rocce che hai scalato in salita. Ricordo ancora il tratto in cui siamo stati costretti a nuotare tanto che il livello dell’acqua si era alzato. Se eravamo tornati indietro 5 minuti dopo eravamo morti».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA