Regolamento flop e allerta ignorata: perché sul Raganello è una tragedia colposa

Regolamento flop e allerta ignorata: perché sul Raganello è una tragedia colposa
di Valentino Di Giacomo
Mercoledì 22 Agosto 2018, 08:00 - Ultimo agg. 19:49
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Deregulation totale delle guide specializzate, ma anche un dedalo di enti che si sovrappongono e che troppo spesso non riescono ad intervenire. Una tipica storia italiana quella del Pollino, in un groviglio di norme difficili da interpretare o nell'assenza di procedure ben congegnate. Sono a migliaia i turisti che ogni anno si avventurano nei canyon del Parco del Pollino, alcuni si rivolgono a guide autorizzate che fanno parte delle associazioni di categoria, altri invece si affidano ad una delle tante guide fai-da-te. A Civita e San Lorenzo Bellizzi, due dei comuni in cui è inserito il meraviglioso parco calabro, parte dell'economia locale si regge proprio sul turismo con decine di ragazzi che portano le persone alla scoperta delle bellezze naturalistiche del Pollino. L'area delle gole del Raganello si distingue in due parti: Gole alte e Gole basse. La parte alta di competenza del ministero dell'Ambiente era stata interdetta alle escursioni solo pochi giorni fa, ma solo per motivi di preservazione ambientale. Provvedimento che aveva scatenato forti malumori proprio tra le tante guide fai-da-te.
 
Quello che ora dovrà accertare la magistratura è a chi spettasse il compito di fermare le escursioni nel momento in cui la protezione civile aveva diramato un'allerta meteo di colore giallo. Un dedalo di enti e regolamenti su cui ora la procura di Cosenza, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, lesioni colpose, inondazione e omissione d'atti d'ufficio, dovrà verificare chi doveva fare cosa. Da quanto emerge in queste primissime ore tra gli inquirenti calabresi, l'ente del Parco del Pollino ha il solo compito della tutela ambientale dell'area, non dell'incolumità dei turisti. Può apporre dei vincoli, ma solo allo scopo di preservare la flora e la fauna. Più complessa appare invece la posizione dei Comuni, sarebbe stato probabilmente il sindaco di Civita a dover inibire l'accesso alla riserva naturalistica in seguito ad un'allerta meteo per cui sono già previste, a seconda dei colori dell'allarme, tutta una serie di procedure e misure da intraprendere. Un'interdizione all'accesso che dal comune di Civita fanno sapere di aver spiccato, ma a chi doveva essere inviata quella comunicazione visto che l'ente del Parco tutela l'ambiente e non l'incolumità delle persone? E quali guide erano in grado di poter ricevere quell'ordinanza dal momento in cui tutti possono avere libero accesso al parco anche da sentieri laterali non vigilati? Tutti punti oscuri su cui dovrà far luce la procura.

Tuttavia come segnalano molte delle guide esperte del Parco l'evento ha comunque avuto, nella sua prevedibilità, una sua forma di imponderabile. Anche in presenza di previsioni di temporali, mai il torrente del Raganello era straripato in una piena, tanto più in estate. Tutte le guide anziane parlano di una bomba d'acqua mai avvenuta dovuta ai repentini cambiamenti climatici. Anche in presenza di temporali, i punti del parco dove è presente l'acqua aumentavano soltanto di qualche centimetro, stavolta invece la piena ha spazzato via tutto e tutti rendendo impossibile ogni via di fuga per le vittime che sono rimaste intrappolate dalla potenza dell'acqua. La guida, anche lui travolta dalla piena, era un esperto di soccorso alpino, sorpreso forse egli stesso dalla forza del temporale di lunedì notte.

All'inizio del 2018 proprio il comune di Civita aveva approvato un regolamento per l'accesso al parco. Erano stati inseriti dei limiti per i gruppi, ad esempio non era consentito un afflusso di persone superiore alle venti per ogni gruppo. Un regolamento mai approvato perché necessitava della delibera finale del consiglio comunale, ma mai arrivata. Il regolamento aveva già sollevato critiche tra gli esperti a causa della difficile interpretabilità delle norme contenute, ma almeno avrebbe rappresentato un punto di partenza per regolamentare gli accessi al parco. E se il comune di Civita aveva iniziato ad intraprendere qualche genere di iniziativa, quello di San Lorenzo Bellizzi era ancora fermo al palo non prevedendo alcun tipo di norma specifica per l'accesso al Pollino.

Non esiste una precisa regolamentazione per quanto riguarda invece le guide che possono portare i turisti nel parco. Funziona un po' come con lo snorkeling e le attività in mare dei sub. In Italia le tipologie di guide che si riconoscono in associazioni di categoria sono due: una è l'Aigae (Associazione italiana guide ambientali ed escursionistiche), l'altra è il Cai (Centro alpino italiano). Le due associazioni si differenziano in particolar modo per l'uso delle attrezzature. Le guide escursionistiche non fanno uso di materiali come corde, picozze o ramponi. Laddove l'escursione richiede l'uso di attrezzature specifiche bisogna rivolgersi alle guide alpine, esperte sia nell'uso di questi strumenti che nella tutela degli escursionisti. Entrambe le associazioni di categoria sono comunque tenute a consultare i bollettini meteo prima di portare con sé i turisti a compiere escursioni, per questo motivo le guide sono addestrate con specifici corsi di meteorologia. Eppure i pericoli di quelle gole erano conosciuti da tutti. «Sono dieci anni che non porto più i turisti in quelle zone e non a causa dei temporali ma perché è un percorso rischioso, spiega Giorgio Braschi, guida ufficiale del Parco del Pollino e tecnico di soccorso alpino, impegnato per tutta la notte fino a ieri mattina nei soccorsi delle vittime e dei superstiti troppo spesso ci sono pericoli oggettivi come la caduta di massi o pietre che negli anni scorsi hanno provocato feriti e fratture». Di differente avviso è l'opinione di Mauro Orazi, consigliere nazionale dell'Aigae. «Non bisogna passare da un'assenza di regole ad un eccesso. Se vado a correre al parco spiega Orazi dovrei conoscere il mio stato cardiocircolatorio o quali scarpe indossare, ecco perché bisognerebbe semplicemente avere il buon senso di rivolgersi a guide specializzate».

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