Quando Aretha Franklin stregò Benevento al Cantagiro con Massimo Ranieri

Quando Aretha Franklin stregò Benevento al Cantagiro con Massimo Ranieri
di Lindo Torzillo *
Giovedì 23 Agosto 2018, 10:30
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Pochi lo ricordano, ormai, ma nel 1969, a Benevento, fece tappa il «Cantagiro». I maggiori cantanti e gruppi dell'epoca giravano l'Italia di provincia con una carovana di macchine scoperte e di fans al seguito alla ricerca della canzone dell'estate: il «Festivalbar» non c'era ancora, il termine «tormentone» non era stato ancora codificato, ma il senso era quello.

Quell'anno la manifestazione organizzata da Ezio Radaelli partì il 25 giugno da Cuneo e si concluse il 12 luglio con la finale a Recoaro Terme: presentavano Nuccio Costa, Dany Paris e Johnny Dorelli, la tappa sannita risale al 2 luglio. Io ero un ragazzino, neanche 10 anni, e mi ritrovai nello stadio, a quel tempo era il campo sportivo Meomartini: un pezzo grosso della Guardia di Finanza che abitava nel mio palazzo era presidente della giuria che doveva nominare il vincitore della tappa (in ogni città ce ne doveva essere uno, alla fine chi collezionava più vittorie vinceva il Cantagiro). Non avendo grosse conoscenze musicali, il brav'uomo pensò di nominarmi, nonostante la mia giovanissima età, o forse proprio per quella, suo «consulente artistico» personale.
 
Nel girone A, quello dei big, erano in gara Massimo Ranieri («Rose rosse»), i Camaleonti («Viso d'angelo»), Lucio Battisti («Acqua azzurra, acqua chiara»), Equipe 84 («Tutta mia la città»), e poi Mal, Caterina Caselli, The Rokes, Michele, Mino Reitano, Dori Ghezzi («Casatschok»), Gian Pieretti, Iva Zanicchi, Jimmy Fontana, Nicola Di Bari... Poi c'era il girone B, quello dei giovani: Rossano (che vinse), Paolo Mengoli, Marcella, l'Anonima Sound, Gianni Nazzaro, i Gens, i Pooh («Mary Ann»)», i Quelli (dalle cui ceneri nacque la Pfm), Patric Samson, The Motowns... C'era anche un girone C, quello del folk, la manifestazione aveva bisogno di sintonizzarsi sui nuovi gusti giovanili, dopo il 68 anche la canzonetta cambiava. Per il Cantagiro erano folk Bruno Lauzi, Cochi e Renato, Gabriella Ferri, Giorgio Gaber («Il Riccardo»), Lino Toffolo, Matteo Salvatore e Adriana Doriani («Lu soprastante»), Pippo Franco, Ugolino («Ma che bella giornata»).

A metà gara, nell'intervallo, era prevista l'esibizione fuori gara di un'ospite internazionale: a Benevento era in cartellone Aretha Franklin, io non l'avevo mai ascoltata. Arrivò questa signora di colore, con una band molto numerosa, tanti fiati, li presentò, alcuni erano parenti, un paio di ragazzi forse figli o nipoti, salutò i distrattissimi presenti (era l'intervallo), ed attaccò, lo ricordo benissimo, un pezzo da sola, un gospel, con una voce così potente che fece ammutolire tutti. Poi entrò la band, e per mezz'ora (questo era il tempo previsto) regalarono un set di una tale intensità, potenza, bellezza, energia, che alla fine, complice anche il gran caldo, la Franklin si sentì mancare, e dovette uscire di scena accompagnata.

Rimasi senza parole, lo ricordo come fosse successo ieri. Mi ero reso conto di avere assistito ad un evento eccezionale, storico, unico, irripetibile, indimenticabile: Aretha non amava volare, le sue esibizioni europee, per non dire italiane, sono rarissime: nonostante offerte fantasmagoriche, l'ultima volta che attraversò l'Atlantico fu nel 1977 per esibirsi a Parigi. Nel '69 aveva problemi coniugali con il marito Ted White, in Italia cantò di sicuro alla Bussola di Focette, c'è anche un video, e cancellò alcune date al Cantagiro: dopo una lite furibonda in un ristorante romano decise di rientrare in America. Radaelli la invitò anche nel 1971, in un cartellone ancor più disperatamente alla ricerca di novità internazionali, tra Miriam Makeba, Nina Simone, King Curtis, Charles Aznavour, Sam & Dave, Donovan e i Led Zeppelin. Lei accettò, ma all'ultimo momento diede forfait e il patròn la denunciò per inadempienza.

Non ho nessun documento a ricordo della serata beneventana: una foto, una registrazione di qualunque tipo, niente di niente. Per anni l'ho ricercato, disposto a pagarlo qualunque cifra, Niente. I cellulari non esistevano ed io, bambinetto, non ero provvisto di una macchinetta fotografica. Una delle più grandi artiste mai esistite - quando è scomparsa è tornato a galla questo ricordo - si era fermata a Benevento e... Quella sera è cambiata la mia vita, si è aperto un mondo a me sconosciuto, quello della black music. E la musica, da semplice passione, é poi diventata ragione di vita e di lavoro.

Ps. Per la cronaca, la tappa la vinse Lucio Battisti, il Cantagiro Massimo Ranieri con «Rose rosse».

* promoter musicale
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