Floro Flores commissario a Bagnoli, i malumori della Lega: l'intesa fatta con Di Maio era un'altra

Floro Flores commissario a Bagnoli, i malumori della Lega: l'intesa fatta con Di Maio era un'altra
di Fulvio Scarlata
Sabato 1 Settembre 2018, 11:00
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«La partita non è chiusa»: gli uomini di Salvini e quelli di Di Maio scendono in campo. Perché la nomina di Francesco Floro Flores, che rinforza l'asse de Magistris-Fico, non va giù né ai leghisti né ai 5Stelle più vicini al vicepremier. E sono scattate le consultazioni per fare pressione sul premier Giuseppe Conte e sabotare la scelta del ministro del Sud, Barbara Lezzi.

Dalle parti della Lega c'è malumore. Perché la figura di Francesco Floro Flores non è proprio quella su cui si cercava di convergere fin dal 10 agosto, quando in una consultazione tra i sottosegretari Giancarlo Giorgetti, Pina Castiello e Luigi Di Maio, si decise di puntare sul nome di un esperto in bonifiche ambientali. La lettera del ministro Lezzi, dunque, viene subita come un blitz. Però si ritiene che c'è ancora tempo per fare le contromosse visto che il consiglio dei ministri che dovrebbe ratificare la nomina è previsto per martedì o mercoledì prossimo.
 
Il piano è bloccare l'indicazione dell'imprenditore dell'Arena Flegrea e dello zoo facendo leva proprio sul coro di critiche che sul suo nome si sono levate da Napoli e dalla Regione. È, perciò, scattato il pressing sul premier Conte, a cui spetta la scelta dal punto di vista formale.

La questione del nuovo commissario per Bagnoli ha lasciato sconcertati anche i 5Stelle più vicini a Di Maio. Molti parlamentari napoletani e campani sono tornati solo ieri a Roma e sono pronti a dare battaglia contro una nomina che non è stata condivisa e su cui ci sono molte perplessità. Tacciono per il momento i consiglieri regionali, in genere perfino prolissi.

Lega e 5Stelle di Di Maio sono accomunati dall'avversione al progetto di un'alleanza tra i grillini e gli arancioni che de Magistris ha annunciato nell'intervista al Mattino a Ferragosto.

L'idea del sindaco è di candidarsi alla Regione con il sostegno dei 5Stelle a cui dovrebbe andare, in cambio, la guida del Comune nel quadro di un accordo che vede come principale interlocutore Roberto Fico. Subito dopo le dichiarazioni dell'ex pm tutti i consiglieri regionali e vari parlamentari avevano sparato ad alzo zero contro qualsiasi ipotesi di accordo con de Magistris. Il quadro è chiaro: da un lato i leghisti sperano di sfondare in Campania alle prossime europee per prendere la guida del centrodestra contro De Luca alle elezioni regionali. I 5Stelle regionali, a loro volta, puntano a Palazzo Santa Lucia da soli, forti dei numeri che hanno conquistato alle ultime elezioni politiche. Per entrambi de Magistris è una presenza scomoda che scompagina i piani.

Ecco perché, mentre da un lato leghisti e pentastellati di Di Maio si adoperano per sabotare l'operazione Floro Flores, dall'altra lavorano alla legge spalmadebiti, anche soprannominata «salvaNapoli». È un emendamento proprio dei grillini al decreto Milleproroghe che consente alle amministrazioni comunali in difficoltà finanziarie di allungare il periodo di ammortamento dei debiti e dunque pagare rate più basse anche se per un periodo più lungo. Una decisione che era stata vitale per non dichiarare il default di Napoli come di molti altri Comuni. Della norma, infatti, dovrebbe avvantaggiarsi anche la Torino della grillina Chiara Appendino. A settembre dovranno essere definite le «linee guida» e, fin dall'inizio, si era pensato di inserire un punto che vietava ai sindaci che usano lo spalmadebiti di ripresentarsi a qualsiasi elezione, in modo da aiutare le amministrazioni locali ma non primi cittadini poco attenti ai conti pubblici.

Proprio la situazione di Torino aveva fatto tramontare questa idea. Che però è tornata di attualità con una variazione: sarà vietato ai sindaci che usano lo spalmadebiti ricandidarsi se sono stati loro a peggiorare i conti pubblici. Una norma che sembra fatta apposta per affondare i progetti di de Magistris che, sindaco da ormai sette anni, non può dare la colpa a chi lo ha preceduto se dopo tanto tempo i conti di Napoli sono allo sfascio, anche perché in questo periodo sembra che la situazione economica di Palazzo San Giacomo è peggiorata.

La questione, come la nomina di Floro Flores, dipenderà dalle forze in campo, se insomma le posizioni di Fico e del ministro Lezzi prevarranno di fronte all'asse Salvini-Di Maio che ha finora monopolizzato il governo.
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