Il cardinale Burke non molla: «il Papa deve rispondere ai Dubia, deve dire solo si o no»

Il cardinale Burke non molla: «il Papa deve rispondere ai Dubia, deve dire solo si o no»
di Franca Giansoldati
Venerdì 7 Settembre 2018, 17:32 - Ultimo agg. 17:59
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Città del Vaticano – Il cardinale Raymond Burke è uno tosto e non molla la presa. Anzi. Più deciso che mai a far valere le sue prerogative nei confronti del pontefice è tornato a sottoporre a Papa Francesco i Dubia, i quesiti teologici contenuti in un documento critico sull’Amoris Laetitia che ad oggi non ha mai avuto una risposta da parte di Bergoglio, nonostante sia stato firmato da 4 cardinali (due dei quali nel frattempo morti). «Io penso che queste domande debbano avere una risposta. La questione è relativa a nodi fondamentali della vita cristiana». Il cardinale parlava pacatamente ieri mattina dalla sala del Senato normalmente utilizzata per le conferenze stampa.  L’occasione per parlare si è proposta sia con  la presentazione degli atti di un convegno intitolato «Chiesa dove vai?» organizzato l’anno scorso, che dall’anniversario della scomparsa del cardinale Caffarra. «Mi aspetto una risposta semplice, si o no, penso sia facile» ha rimarcato Burke. Il silenzio del Papa sui Dubia però pare granitico, molto più granitico di quello sollevato dal documento dell’ex nunzio Viganò. 

Il memoriale Viganò ha sconvolto letteralmente lo stesso Burke per le accuse contro il Papa di  non avere agito con solerzia davanti agli abusi sessuali dell’ex cardinale McCarrick, una storia piuttosto complicata che tira in ballo lo stesso Benedetto XVI visto che sotto il suo pontificato si decise di punire McCarrick ma solo privatamente e senza dare risalto al provvedimento in rispetto alla sua età avanzata. Misure restrittive di cui McCarrick non ne tenne mai conto, continuando a fare convegni, viaggi, conferenze.

Burke ha ripetuto che le sue critiche all'Amoris Laetitia - il documento più importante del pontificato - sono state fatte per preservare il nucleo di fede della Chiesa e che per questo non può essere annoverato tra i nemici del papa. «Io non sono un nemico del papa. La fede è una cosa organica e noi dobbiamo attenerci fermamente a questi principi». A suo parere nell'Amoris laetitia vi sarebbero strappi di natura teologica tali da aver provocato lentamente un movimento vasto e trasversale di scontentezza, soprattutto nelle aree più tradizionaliste della Chiesa.
 
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