La notte infernale di piazza San Domenico Maggiore, secchiate d'acqua sugli artisti di strada

La notte infernale di piazza San Domenico Maggiore, secchiate d'acqua sugli artisti di strada
di Antonio Folle
Domenica 9 Settembre 2018, 13:45 - Ultimo agg. 10 Settembre, 09:16
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«Vorrei cercare di far capire cosa diventa piazza San Domenico Maggiore durante le notti della movida scatenata. Dormire diventa praticamente impossibile anche se si sta barricati in casa. La musica ad alto volume ci fa vibrare anche con le imposte sbarrate. Si può vivere in questo modo solo perchè mancano i controlli e i locali notturni ne approfittano per fare ciò che vogliono?» E' la testimonianza di una cittadina residente a piazza San Domenico Maggiore che ha denunciato l'ennesima notte infernale nel centro storico cittadino a causa della movida selvaggia. Nella notte di sabato piazza San Domenico è stata invasa, come ormai di consueto, da migliaia di persone in cerca di divertimento notturno e di localini dove bere "cicchetti" a pochi euro. Nella giungla notturna mancano i controlli e ognuno fa quello che vuole. Piazza San Domenico, poi, è una delle piazze preferite dai suonatori di strada che, in barba a qualsiasi regolamento comunale, danno vita alle loro performance musicali così poco apprezzate da chi vorrebbe solo poter dormire in pace. 
 

In particolare i cittadini contestano il mancato rispetto del comma 6 dell'articolo 5 del regolamento comunale che recita: "Le attività degli artisti di strada devono essere realizzate nel rispetto del decoro urbano, della quiete e della sicurezza pubblica". Contestazioni - le più feroci - anche per il mancato rispetto degli orari previsti dall'apposito regolamento secondo il quale le esibizioni canore e musicali devono tassativamente terminare entro la mezzanotte. Lo scorso 9 luglio il comitato per la Quiete Pubblica e la Vivibilità Cittadina ha protocollato una citazione ufficiale verso il Comune di Napoli ritenuto dai residenti responsabile dei mancati controlli sulle notti della movida.

«I cittadini sono esasperati e a giusta ragione - tuona il presidente del Comitato per la Quiete Pubblica e la Vivibilità Cittadina Gennaro Esposito - perchè mancano i controlli da parte della polizia municipale. Il presidio di piazza del Gesù non può bastare visto l'enorme numero di persone che si riversano in strada nei fine settimana. Sono necessari provvedimenti straordinari e ci muoveremo su questo fronte nei prossimi giorni chiedendo l'istituzione di un presidio fisso proprio a piazza San Domenico Maggiore, una delle piazze più importanti della città che non può essere abbandonata in questo modo».

I residenti, però, non ci stanno e hanno cominciato ad adottare provvedimenti poco ortodossi ma sicuramente efficaci. Mentre - molto dopo la mezzanotte - si svolgeva la performance canora di un artista di strada "armato" di chitarra e amplificatore, infatti, alcuni cittadini hanno reagito lanciando secchiate d'acqua dai loro balconi. Un gesto forte che, però, è servito allo scopo. Il suonatore molesto, secondo quanto hanno riportato i residenti, si è allontanato restituendo la pace e il silenzio ai cittadini residenti.

A piazza San Domenico i problemi non riguardano solo la presenza di una movida incontrollata e, forse, incontrollabile. La presenza di senza fissa dimora che bivaccano quasi ogni notte e l'ostruzione - proprio a causa del gran numero di persone - delle potenziali vie di fuga in caso di emergenza rappresantano problemi che l'amministrazione comunale dovrà affrontare nel prossimo futuro. Emblematico il caso denunciato dai cittadini e che dovrà essere attentamente vagliato nelle prossime ore dal comandante Esposito.

«Stanotte dopo l'ennesimo concerto abusivo mi sono recata al presidio fisso di piazza del Gesù - spiega una abitante di piazza San Domenico - chiedendo un intervento urgente da parte dei vigili urbani. Ci hanno risposto che non potevano intervenire perchè non in possesso dell'ordinanza comunale che regolamente l'attività degli artisti di strada. Una cosa gravissima che denunceremo in tutte le sedi necessarie».
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