Casalduni, la rivolta dei sindaci:
«Non paghiamo più le quote Stir»

Casalduni, la rivolta dei sindaci: «Non paghiamo più le quote Stir»
di Paolo Bontempo
Mercoledì 12 Settembre 2018, 11:30
3 Minuti di Lettura
CASALDUNI - Vigili del fuoco ancora allo Stir, notte e giorno, per l'azione di vigilanza. Dopo la riunione dei sindaci dell'Ato ad Airola, rimangono diversi nodi da sciogliere. In primis l'individuazione di un sito idoneo per conferire i rifiuti combusti che vanno rimossi dallo Stir perché ha urgenza di essere svuotato prima dell'inizio della stagione delle piogge. Poi incombe la problematica della copertura economica della quota della tariffa per le discariche post-mortem, (circa 50 euro a tonnellata), dovuta alla Samte che sta regolarmente continuando a svolgere il servizio di gestione e prelevamento del percolato, che grava sulle tasche dei cittadini dei Comuni sanniti. E poprio oggi alle 11,30, nella sede della società in Via Angelo Mazzoni, si terrà la conferenza stampa di Fabio Solano, amministratore unico della Samte, società partecipata dalla Provincia per la gestione del ciclo rifiuti, per fare il punto dopo l'incendio all'impianto Stir di Casalduni.

«Chiediamo la sospensione del pagamento della quota per le discariche post-mortem». Così i sindaci di Sant'Angelo a Cupolo, Fragneto Monforte, Pontelandolfo e Casalduni. «Abbiamo richiesto di incontrare il presidente De Luca e l'assessore Bonavitacola ha dichiarato il sindaco di Sant'Angelo a Cupolo, Fabrizio D'Orta, consigliere dell'Ato poiché è insostenibile per i comuni, in questa fase di chiusura dello Stir, il pagamento della quota per le discariche post mortem. Dobbiamo tutti insieme coinvolgere le istituzioni poiché questo fardello ereditato, che riguarda la gestione dei rifiuti di tutta la regione portati nel Sannio nel periodo dell'emergenza, continui ad essere sostenuto dal Sannio. Se non si riuscisse a togliere questa quota, potremo essere costretti ad emettere un ruolo suppletivo gravando maggiormente i cittadini che già sono tartassati di tante spese».
 
Anche il sindaco di Fragneto Monforte, Raffaele Caputo, è d'accordo nel chiedere la sospensione. «Dobbiamo pagare dice - lo sversamento altrove perciò va chiesta una sospensione del pagamento della quota per i siti». Sulla stessa lunghezza il sindaco di Pontelandolfo Gianfranco Rinaldi. «La quota post-mortem va tolta precisa - la regione trovi una soluzione». Anche il sindaco di Casalduni, Pasquale Iacovella, consigliere dell'Ato, chiede la sospensione del pagamento della quota «sotto accusa» e lancia un messaggio a qualche cittadino che si è lamentato per le strade infangate a Casalduni, a causa del maltempo di venerdì e sabato scorso. «Giusto protestare dice - per il fango sulle strade provinciali, dopo un evento eccezionale e a seguito di aratura del terreno, ma due paroline di protesta per 16000 tonnellate di rifiuti in fiamme andavano spese».

Costi alti per la copertura finanziaria delle attività di gestione delle discariche post mortem e dei siti di stoccaggio delle ecoballe. Un salasso, quello della quota post-mortem, che si abbatte sui cittadini sanniti attraverso il pagamento della Tari. I cittadini del Sannio sono costretti a sostenere ancora le spese per la gestione delle discariche post mortem di Montesrachio e Sant'Arcangelo Trimonte, sito ancora sotto sequestro, e dei siti di stoccaggio delle ecoballe di Toppa Infuocata di Fragneto Monforte e località San Fortunto di Casalduni, nelle adiacenze dell'impianto Stir. Andrebbe previsto un meccanismo di perequazione, con una ripartizione equa per i costi di gestione tra tutti i cittadini della regione.

Intanto, continuano gli adempimenti dei Comuni dopo lo stop forzato dello Stir. Il Comune di Pontelandolfo ha stipulato la convenzione con Irpiniambiente per sversare i rifiuti indifferenziati allo Stir di Pianodardine, invece, i Comuni di Sant'Angelo a Cupolo e San Leucio del Sannio andranno a conferire a Tufino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA