Molte graffe, poche giostre: la nuova Edenlandia tra ombre e luci

Molte graffe, poche giostre: la nuova Edenlandia tra ombre e luci
di Giovanni Chianelli
Venerdì 14 Settembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 13:14
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Digitando su Google «Edenlandia» esce fuori un numero info. Ma il telefono respinge la chiamata: quel numero, ieri, non è attivo. Potrebbe essere questo il simbolo della partenza balbettante dell'Edenlandia 2.0, riaperto da quasi due mesi dopo anni di chiusura e già al centro di diverse critiche. Prezzi alti, poche attrazioni attive, aspettative non soddisfatte.

«Difficilmente tornerò», dice Manola. Ha portato giorni fa la figlia al parco di divertimenti e ne è uscita delusa. Perché ha trovato la maggior parte delle giostre chiuse e non è la prima volta: «Sono venuta a luglio e si è detto che a settembre avremmo potuto usare tutte le attrazioni, anche quelle di una volta che avevamo tanto decantato ai nostri ragazzi. Ho atteso qualche giorno dopo l'inizio del mese: è stato brutto appurare che non sono ancora aperti» racconta. Qualcuno si lamenta dei prezzi: «Troppo alti per un numero tanto basso di giostre. Chiaramente, essendocene solo alcune, si è portati a rifarle e a spendere molto avendo usufruito di poco» dichiara Sergio. Donato, un anziano, lamenta invece l'assenza di panchine. Andrea va al di là: «Più che appena aperta sembra che stiano per chiuderla di nuovo». Su Tripadvisor la musica non cambia: su 258 commenti 64 sono «pessimo», 54 «scarso» e il resto lo valuta «mediocre», mentre le recensioni positive sono pochissime. Anche qui piovono le critiche: «Fanno pagare i giri in giostra a chi accompagna una bimba di due anni». Sul sito si legge, ancora prima di aprire la pagina, «L'attesa è finita». E nei viali risuona l'inno dal refrain «La magia è tornata». Però tutti i giochi di una volta, quelli a cui il vecchio pubblico si era affezionato, sono accompagnati dalla dicitura «next opening»: gli attesissimi tronchi, la nave e il castello di Lord Sheidon, la casa stregata, il Festival delle beffe e la Vecchia America.
 
Insomma, dalle parole della gente il sentimento prevalente è un mix di delusione e nostalgia di un tempo in cui le montagne russe, la ruota panoramica, il dragone da cui agguantare il fiocco rosso nella loro semplicità il loro dovere lo facevano. In queste condizioni ai più sembra scorretto l'aver accelerato l'apertura: «Perché aprire un parco dei divertimenti quando mancano i divertimenti?» è la domanda generale.

Entrando, però, la sensazione è buona: viali puliti, piante in ordine, decoro dei nuovi punti ristoro. Qualcuno si emoziona, ritornando sui passi di una gioventù lontana. Il tuffo nel tempo è il leit motiv dei soddisfatti: «Finalmente riapre Edenlandia. Mi commuove ritrovare le atmosfere del passato» dice Giuliano. E aggiunge: «Ho amici che sono tornati apposta da lontano per ritrovare l'Edenlandia. Napoli non poteva farne a meno». Francesca trova molti aspetti positivi: «Si respira l'aria di un tempo. Ho apprezzato l'offerta gastronomica varia ed esotica. Per non parlare della mitica graffa, di nuovo presente». La graffa è tra gli argomenti ricorrenti. Lo sottolinea anche Luca, che apprezza la pulizia e la possibilità di portare i figli in un luogo protetto: «Tutti rimpiangono la vecchia graffa. Ma ci ricordiamo in che olio era fritta? Ora è buonissima come un tempo ma leggera e sana» dice. Per altri invece si è puntato molto, forse troppo, sulla gastronomia. «I cibi sono preparati da catene ormai diffuse in tutta Napoli: l'hamburger, il tarallo, la pizzetta. Più che un luna park sembra un fast food a cielo aperto, non mi pare una grande opportunità» dice ancora Manola. D'altra parte la definizione tecnica che la nuova proprietà ha voluto dare allo spazio è quella di «Food and Leisure Park». E anche l'intrattenimento è garantito. Marilisa infatti fa notare un dettaglio curioso: dietro una nuova attrazione un enorme graffito che ritrae una donna in abito sadomaso, reggicalze e scollo vertiginoso: «È indicato per un parco frequentato dai bimbi?», l'osservazione. Il fotografo Giovanni Scotti è stato il primo a realizzare un volume di immagini sull'Edenlandia nel periodo della chiusura, ritraendo le giostre in disuso, «La città del disincanto». «Edenlandia c'è ancora. E ci sarà. Ce lo dicono i bambini. È stato detto più volte. Ma dov'è? E perché ci interessa così tanto che rinasca, che ci sia?».
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