​Legittima difesa, ancora uno scontro, Salvini all'Anm: invadete il campo

Legittima difesa, Salvini indossa una maglietta per protesta
Legittima difesa, Salvini indossa una maglietta per protesta
Sabato 15 Settembre 2018, 16:04 - Ultimo agg. 17 Settembre, 09:22
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La disputa con la magistratura era iniziata con il caso «Diciotti», con la lettura in diretta social dell'avviso di garanzia per sequestro di persona, definito dal vicepremier Matteo Salvini «una medaglia sul petto». Il secondo round era arrivato con la decisione del Tribunale del riesame di Genova, che una settimana fa ha accolto il ricorso della procura ligure che chiedeva il sequestro dei fondi della Lega. Ora, il nuovo scontro tra il vicepremier Salvini e i pm riguarda uno dei cavalli di battaglia della politica leghista: il ddl sulla legittima difesa, che si trova all'esame della commissione al Senato.

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La polemica questa volta - e non è la prima - è con il presidente dell'Anm, Francesco Minisci, che ha ribadito le critiche sul disegno di legge, considerato non necessario, ed ha espresso preoccupazione per «un'eventuale liberalizzazione della vendita di armi». La reazione del leader del Carroccio è stata immediata e social: «Il sindacato dei magistrati ha attaccato le proposte di legge della Lega sulla legittima difesa, perché inutili e rischiose - ha scritto su Twitter - Invasione di campo? Tutto normale? Io tiro dritto, la difesa è sempre legittima». L'Anm, dal canto suo, è sempre stata critica sul ddl, considerato non necessario e potenzialmente «molto rischioso».

LA TREGUA
Il nuovo scontro arriva proprio quando il vicepremier sembrava avere sotterrato l'ascia di guerra, con la piena solidarietà espressa nei giorni scorsi al procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, vittima di minacce. Era stato proprio Patronaggio a dare il via all'inchiesta su Salvini quando la nave «Diciotti», carica di migranti, era bloccata nel porto di Catania. Minisci, parlando al parlamentino dell'Associazione, aveva esordito sottolineando come le ultime dichiarazioni di Salvini fossero state meno belligeranti. Il presidente dell'Anm si augurava l'inizio di una nuova fase, più votata al confronto: «Noi non intendiamo alimentare lo scontro e la polemica». Quasi una dichiarazione di tregua, dopo i toni accesi delle scorse settimane, quando rispondendo a Salvini che diceva che, a differenza sua, i magistrati che lo indagavano non erano stati eletti, l'Anm aveva parlato di «parole gravissime». Sono bastate poche frasi per rompere la calma e scatenare una nuova reazione del vicepremier. Minisci, infatti, ha auspicato un confronto partendo in particolare da «due temi concreti»: i ddl sulla legittima difesa, appunto, e quello anticorruzione.

LE CRITICHE
Se sul secondo tema il giudizio dell'Anm non è negativo, anche se con qualche riserva, per quanto riguarda il primo argomento di discussione Minisci è stato netto. Ha sostenuto che «la legge regolamenta già in maniera adeguata tutte le ipotesi di legittima difesa». Ha anche aggiunto che «all'esame del Parlamento ci sono 8 disegni di legge. Uno di questi, quello che rappresenta il cavallo di battaglia dei proponenti», cioè la Lega, «se approvato, rischierebbe addirittura di legittimare reati gravissimi, fino all'omicidio». Dichiarazioni che il leader del Carroccio ha interpretato come «un'invasione di campo» e che Minisci ha puntualizzato. «Non si può prescindere - ha aggiunto il presidente dell'Anm durante il discorso - dal principio della proporzionalità fra offesa e difesa e dalla valutazione, caso per caso, del giudice». Ad esempio, «se un soggetto minaccia di schiaffeggiarmi o di sottrarmi un bene, io non posso reagire sparandogli. Se, da fuori casa, vedo un tizio che si arrampica sul mio balcone, non posso essere autorizzato a sparargli».

LA REPLICA
L'ultima replica del ministro Salvini è arrivata in diretta da un comizio tenuto a Fano, durante la festa della Lega Marche: «La legittima difesa è sacrosanta e non si tocca», ha detto dal palco il leader leghista, mentre l'evento veniva rilanciato in diretta su Facebook e su Twitter e veniva seguito da migliaia di followers.

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