Cardarelli choc: 15 mesi di attesa
per farsi controllare il pacemaker

Cardarelli choc: 15 mesi di attesa per farsi controllare il pacemaker
di Fulvio Scarlata
Lunedì 1 Ottobre 2018, 23:01 - Ultimo agg. 2 Ottobre, 07:01
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Due coniugi anziani, operati lo stesso giorno, per la stessa patologia, in due ospedali diversi. Per entrambi l’intervento è un successo. Sui controlli, tuttavia, si verificano le differenze: al Monaldi la visita per verificare il buon funzionamento del pacemaker è prenotata automaticamente alla donna, per il marito, al Cardarelli, la stessa visita viene fissata dopo 15 mesi, invece dei sei obbligatori. «Risolviamo subito la questione - si spiega dall’ospedale collinare - e poi avviamo i controlli per capire cosa non ha funzionato».

Il caso, alcune volte, ci mette lo zampino. E finisce per evidenziare quello che funziona bene ma anche i disservizi nella sanità. Perché immaginare che Federico T., 74 anni, e sua moglie Anna, 74 anni, finissero in ospedale lo stesso giorno per la stessa patologia è questione da cabala e numeri al lotto. I coniugi, in più, sono stati operati lo stesso giorno, il 18 settembre, e a entrambi è stato impiantato un pacemaker, ma in due ospedali diversi. Un successo l’operazione al Cardarelli dell’equipe di Ciro Mauro, primario dell’unità di terapia intensiva cardiologica. E un successo anche l’intervento al Mondaldi del team di Pio Caso, primario dell’Utic. I familiari dei degenti fanno i complimenti ai medici, al reparto, all’assistenza complessiva dedicata ai due anziani.

 

LE DISMISSIONI
Federico lascia l’ospedale il 21, Anna il 20. Dopo 24 ore è previsto un controllo positivo per entrambi. A questo punto, tuttavia, le strade si dividono. Perché per tutti i pazienti a cui è stato impiantato un pacemaker è previsto un primo controllo dopo sei mesi in cui sul malato si passa una sonda esterna che trasmette tutti i dati al computer e garantisce il buon funzionamento dell’apparecchio che stimola le contrazioni del cuore. Questa visita, come i controlli successivi, si prescrive che sia svolta nello stesso ospedale in cui si viene operati, perché i protocolli usati sono diversi. 

Al Monaldi, però, è lo stesso medico che visita Anna a prenotare automaticamente la visita di controllo dopo sei mesi. Al Cardarelli bisogna rivolgersi al Cup, il centro unico prenotazioni. E qui comincia tutta un’altra storia. Francesco prova a telefonare per una settimana al Cup, ma senza risposte. Ieri mattina, allora, si presenta di persona al centro di prenotazioni e, con sua grande sorpresa, vede la visita stabilita il 16 dicembre 2019. Inutile spiegare che i cardiologi gli hanno prescritto il controllo entro sei mesi. «Non ci sono medici - dice l’impiegata - I controlli per i pacemaker sono previsti solo il lunedì pomeriggio e la lista d’attesa non finisce mai». Il problema è che il controllo per il pacemaker è talmente specifico che non è possibile rivolgersi ai privati. Inoltre, con liste d’attesa così lunghe i pazienti alla fine trovano altre strade ma non disdicono la prenotazione. «Il giorno dopo le dimissioni era un lunedì - racconta Francesco - E c’erano in tutto quattro persone a farsi controllare l’apparecchio». 
«Francesco sarà subito richiamato per fissare un controllo entro sei mesi - fa sapere il Cardarelli - Già domani, però, il manager Ciro Verdoliva fare un controllo sul Cup perché o il paziente ha presentato documenti sbagliati o c’è stato un disservizio che dobbiamo chiarire».
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