Foggia, immigrato gambiano ammanettato alla ruota di una macchina della polizia

Foggia, immigrato gambiano ammanettato alla ruota di una macchina della polizia
Giovedì 11 Ottobre 2018, 09:19 - Ultimo agg. 19:40
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Lo hanno ammanettato alla ruota di una macchina della polizia. Le immagini lo ritraggono accovacciato per terra, agitato e impaurito, con un braccio sanguinante che un amico cerca di medicare come può. Accanto a lui, poggiato sull'auto, un agente affaticato con la divisa sporca di fango. Intorno a loro, nelle campagne di Borgo Mezzanone, numerosi migranti che urlano «lasciatelo stare, non è un animale». È ciò che si vede dell'arresto del 26enne gambiano Omar Jallow, avvenuto lo scorso 5 ottobre, nei video diffusi sul web quasi in contemporanea alle parole pronunciate dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sulla sorte del gambiano che all'Italia aveva chiesto asilo politico mentre ora sarà espulso in tempi record: «Protezione negata! Fuori dall'Italia questi delinquenti finti profughi», ha detto il leader della Lega.





La decisione del ministro è arrivata due giorni dopo il comunicato del Sap, il Sindacato autonomo di polizia, il quale denunciava che circa 50 migranti, per impedire il fermo del gambiano, avrebbero colpito ripetutamente con calci, pugni e oggetti contundenti due agenti, costringendoli a medicarsi in ospedale le ferite giudicate guaribili in 15 e 30 giorni. E anche secondo quanto detto oggi dal questore di Foggia, Mario Della Cioppa, le immagini diffuse non rendono conto del fatto che «in fasi particolarmente concitate del fermo, un nutrito gruppo di extracomunitari aveva accerchiato gli agenti di polizia colpendoli con calci e pugni, allo scopo di garantire la fuga del fermato, nel frattempo ammanettato ad un polso».

Una versione che non coincide con le immagini dei video girati dagli stessi migranti presenti, filmati che sono stati resi pubblici dal Comitato lavoratori Campagne in lotta e dalla testata online Terre di Frontiera. «Non c'è stata alcuna vile aggressione da parte dei migranti», sostiene il Comitato, «ma semplicemente un tentativo di scongiurare l'arresto brutale di una persona trascinata per diversi metri, mentre era già ammanettata, e poi legata alla ruota posteriore della volante della Polizia».

«Nessuno, giuro nessuno, ha picchiato poliziotti», assicura un migrante che era presente. «Quando la polizia è arrivata - racconta a Terre di Frontiera - hanno inseguito Omar e per mettergli le manette lo hanno buttato a terra, tra i cumuli di rifiuti fatti per la maggior parte da bottiglie di vetro. Lui è caduto e si è fatto male. Ha cercato di non farsi mettere le manette e si è agitato tanto». «Uno dei poliziotti - aggiunge - è caduto insieme a lui per terra. Si è fatto male pure lui alle mani, con vari tagli, si è sporcato il pantalone nell'immondizia ed è andato a finire con la faccia dentro la polvere».

Secondo la ricostruzione della polizia, il gambiano non si sarebbe fermato all'alt e avrebbe prima provato a investire gli agenti e poi sarebbe fuggito inseguito dai poliziotti di cui avrebbe più volte provato a speronare l'auto. Poco dopo, però, la sua corsa sarebbe finita nei pressi del Centro richiedenti asilo (Cara) dove gli agenti lo hanno inseguito a piedi e bloccato fino all'arrivo di circa 50 migranti che li avrebbero aggredito. Secondo la polizia, solo l'arrivo di altre volanti ha salvato gli agenti.

«Sottrarre con la forza un arrestato - rileva il segretario nazionale del Sap, Francesco Pulli - contravviene a qualsiasi regola di civile e pacifica convivenza. Fortunatamente ci sono i video». Video che per il segretario del Sap Foggia, Peppino Vigilante, «parlano da soli: è chiaro - commenta - che in quei video non ci sono calci e pugni, ma ci sono due poliziotti accerchiati da più di 50 persone che hanno cercato tantissime volte di sottrarre all'arresto il cittadino gambiano».

«Abbiamo chiesto più volte nel corso degli anni - sottolinea Vigilante - di dotare tutte le nostre pattuglie di telecamere che possano riprendere ogni nostro servizio, in modo tale che tutti sappiano cosa facciamo quando usciamo ed espletiamo servizi di sicurezza e controllo del territorio». E conclude: «Ho incontrato personalmente i due agenti feriti e ho potuto vedere i lividi sul naso e le mani. Sono ancora sotto choc». 

Il legale di Omar Jallow, l'avvocato Maria Grazia Capobianco, ha comunicato che al processo per le vicende del 5 ottobre l'immigrato è stato assolto per il capo di aggressione e condannato invece per quello di resistenza. Sconterà un anno di reclusione. 


 

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