Soyuz, guasto dopo il lancio: atterraggio d'emergenza, piloti salvi. Mosca sospende i voli con astronauti

Soyuz, guasto dopo il lancio: atterraggio d'emergenza, piloti salvi
Soyuz, guasto dopo il lancio: atterraggio d'emergenza, piloti salvi
Giovedì 11 Ottobre 2018, 11:28 - Ultimo agg. 12 Ottobre, 08:58
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Atterraggio di emergenza per la navicella spaziale Soyuz: i due astronauti che si trovavano a bordo, il russo Alexei Ovchinin e l'americano Nick Hague, sono salvi. La navicella, diretta verso la Stazione spaziale internazionale (Iss), era stata costretta a tornare sulla Terra per un problema con un booster poco dopo il decollo da Baikonur, in Kazakistan.

 



Il razzo russo che stava portando in orbita alla Stazione spaziale internazionale gli astronauti Nick Hague e Alexey Ovchinin ha dovuto fare un atterraggio d'emergenza a causa di una avaria avvenuta subito dopo il lancio. Una doccia fredda che rischia di rallentare l'intenso programma dei voli diretti alla Stazione Spaziale Internazionale, compresa la missione dell'astronauta Luca Parmitano, prevista attualmente nel luglio 2019: è stato questo, per il mondo spaziale, l'incidente a uno dei quattro propulsori del lanciatore russo Soyuz che ha costretto a sganciare immediatamente la navetta con due astronauti a bordo. È anche vero, però, che il sistema di atterraggio di emergenza ha funzionato e che la Soyuz è riuscita a mantenere inalterata la sua fama di veicolo sicuro e che i due uomini a bordo hanno potuto abbracciare le loro famiglie. 

 
 



Il russo Alexey Ovchinin, un veterano dello spazio, era al comando della navetta e alla sua sinistra era seduto il collega della Nasa Nick Hague, al suo primo volo, quando la Soyuz è partita alle 10.41 italiane. Tutto sembra procedere regolarmente quando, alle 10.47 si verifica un problema a uno dei quattro propulsori della Soyuz. In quel momento i due uomini a bordo provano improvvisamente una sensazione di riduzione di peso: «una situazione che lascia intuire una drastica riduzione drastica di potenza da uno dei propulsori», ha detto Alessandro Gabrielli, responsabile dell'Unità lanciatori e trasporto spaziale per l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

Questo accadeva durante la fase di separazione dei propulsori. In quel momento le immagini inviate dalle telecamere a bordo della navetta e trasmesse dalla tv della Nasa mostrano i due astronauti scossi sui loro seggiolini. Poi la trasmissione si è interrotta. La Soyuz non poteva più garantire la spinta necessaria per portarli in orbita e i responsabili della missione hanno deciso per l'atterraggio di emergenza. «In quel momento - spiega Gabrielli - i due uomini erano sottoposti alla forte accelerazione dovuta alla spinta da parte dei propulsori di emergenza che hanno permesso alla capsula di allontanarsi dalla traiettoria del lanciatore».

Poi il rientro a Terra della navetta, durante il quale gli astronauti sono nuovamente sottoposti a una forte accelerazione. Tutto, fortunatamente è andato bene per Hague e Ovchinin, recuperati nella steppa del Kazakhstan dalla squadra di soccorso. Dopo i primi test, che hanno confermato le loro buone condizioni di salute, in serata hanno riabbracciato le famiglie all'aeroporto di Baikonur.

Nel frattempo è stata istituita una commissione per chiarire le cause del'incidente e potrebbero essere necessarie delle settimane prima di avere una risposta. Per questo si ritiene molto probabile che possano slittare tutte le prossime missione con equipaggi umani dirette alla Stazione Spaziale. «Mi aspetto che anche la missione di Luca Parmitano possa slittare», ha detto il presidente dell'Asi, Roberto Battiston. La Soyuz è infatti oggi l'unico veicolo in grado di portare uomini nello spazio. Nessun problema invece per l'arrivo dei rifornimenti a bordo, gestito dalle navette americane Dragon e Cygnus e dal cargo russo Progress. Sulla Stazione Spaziale restano quindi in tre: il comandante Alexander Gerst, dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), l'americana Serena Aunon-Chancellor e il russo Sergey Prokopyev. Probabilmente la loro missione sarà prolungata e il loro programma di attività ridimensionato. 


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