«Sara Tommasi non era lucida, ma non ci fu stupro: da lei racconti inverosimili»

«Sara Tommasi non era lucida, l'ex agente ne approfittò ma non ci fu stupro: da lei racconti inverosimili»
«Sara Tommasi non era lucida, l'ex agente ne approfittò ma non ci fu stupro: da lei racconti inverosimili»
Giovedì 11 Ottobre 2018, 15:47 - Ultimo agg. 17:02
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Sara Tommasi era in condizioni psico-fisiche «palesemente alterate» anche dall'uso di cocaina, ma il quadro probatorio è «fragile e indimostrato» perché le sue dichiarazioni sono «prive di precisione e costanza» e a tratti inverosimili: con queste motivazioni il Tribunale di Milano ha assolto, nel luglio scorso, Fabrizio Chinaglia, ex agente di Sara Tommasi, che era accusato di aver violentato l'ex naufraga de L'Isola dei Famosi e di altri reati.

Chinaglia era a processo per aver approfittato, in sostanza, delle condizioni di «inferiorità psichica» di Tommasi, causate da un disturbo della personalità e da psicosi dovute alla cocaina, per indurla ad avere rapporti sessuali anche con minacce e percosse: anche se potrebbe aver abusato «delle condizioni di scarsa lucidità mentale» della showgirl, per il Tribunale non c'è dunque stupro. Il pm aveva chiesto 8 anni per l'imputato, difeso dal legale Giuliana Casti, per diversi reati, tra cui anche cessione di droga ed estorsione.



I giudici Zamagni-Santangelo-Secchi lo hanno assolto a luglio da tutti i capi di imputazione «perché il fatto non sussiste» al termine del processo scaturito dalla denuncia della showgirl (assistita dal legale Marco De Giorgio), laureata in Economia alla Bocconi, con diverse partecipazioni televisive (tra cui appunto L'Isola dei Famosi) e che in quello stesso periodo partecipò anche ad un film pornografico.


LE ACCUSE Secondo l'indagine, tra agosto e settembre 2013 Chinaglia aveva ceduto cocaina alla giovane prima in un hotel a Milano e poi in un ostello e per costringerla ad assumere droga, sempre stando a quella che era l'ipotesi d'accusa, l'uomo l'avrebbe anche colpita alla testa. E avrebbe poi approfittato delle psicosi e del suo disturbo 'borderline' per costringerla a fare sesso. L'uomo era anche accusato di essersi fatto consegnare un assegno di 20mila euro. Accuse, assieme ad altre, tutte cancellate dai giudici.



Per il Tribunale Chinaglia, come scrive il giudice relatore Alessandro Santangelo, «era certamente al corrente delle precarie condizioni psichiatriche di Sara». Agli atti, però, ci sono «sms» tra i due «dall'inequivoco contenuto sessuale» che «non possono che corroborare la versione» dell'imputato, «anche perché delle violenze fisiche lamentate dalla Tommasi anche per costringerla a consumare rapporti sessuali» non c'è «alcun concreto riscontro, né a livello di certificati medici, né a livello testimoniale».

In più, la firma di quell'assegno ha «una causa lecita, essendo ragionevole ritenere che il Chinaglia si facesse retribuire» perché si era impegnato in qualità di agente a «ripulire» l'immagine pubblica della showgirl. Era stato, tra l'altro, Fabrizio Corona, testimone nel processo, a confermare «l'attività lavorativa» di agente «rivendicata» dall'imputato nell' interrogatorio.

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