La lezione di Mattarella ai leader deciso a farsi sentire sulla manovra

La lezione di Mattarella ai leader deciso a farsi sentire sulla manovra
di Mario Ajello
Venerdì 12 Ottobre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 12:11
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Il presidente Mattarella interviene e parla chiaro, con estrema nettezza, rivolto al governo. Vanno fermati gli attacchi scomposti a Bankitalia, così dice, e non solo: deve essere ripristinato l'equilibrio tra i poteri, ciascuno dei quali deve rispettare gli altri. Il tutto è in una mini-lezione costituzionale destinata agli studenti delle scuole medie, che diventa però anche un severo richiamo - diretto ai partner di governo - sull'abc della democrazia. Proprio mentre s'infittiscono i fendenti della maggioranza a istituzioni indipendenti che vanno da Bankitalia all'Anti-corruzione, fino all'ufficio parlamentare di Bilancio (UpB). Una spigolosa precisazione «urbi et orbi» quella del presidente ma che sembra avere due indirizzi principali: quelli di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, i quali hanno letto le critiche della Banca centrale alla manovra come fossero un'interferenza alla volontà del popolo.
 
I due vicepremier scelgono la linea del silenzio e solo Salvini si lascia sfuggire un commento: «Bellissime parole». Una notazione ironica, naturalmente. Perfino un po' sarcastica. Silenzio dai Cinque stelle e silenzio dal resto della Lega. E poche eloquenti parole anche da quel Paolo Savona che Mattarella non volle all'Economia: «Meno parlo e meglio è». E proprio nel giorno in cui Mattarella fa il suo invito a rispettare le autorità indipendenti, Savona attacca Draghi accusandolo di non aver riformato la Bce.

Nelle pieghe delle parole del Capo dello Stato, si percepisce indignazione mista a preoccupazione. «Nella nostra Costituzione - così egli spiega - c'è un sistema complesso di pesi e contrappesi. Perché? Perché la storia insegna che l'esercizio del potere può provocare il rischio di far inebriare, di perderne il senso del servizio e di fare invece acquisire il senso del dominio nell'esercizio del potere».

La Costituzione, così ragiona Mattarella, «ha creato un sistema in cui nessuno, da solo, può avere troppo potere. C'è un sistema che si articola nella divisione dei poteri, nella previsione di autorità indipendenti, autorità che non sono dipendenti dagli organi politici ma che, dovendo governare aspetti tecnici, li governano prescindendo dalle scelte politiche, a garanzia di tutti». Mai far passare il concetto che in democrazia ci sia un solo potere.

Il premier Conte su questo è a sua volta intervenuto ieri e lo ha fatto così parlando di Bankitalia: «Le autorità indipendenti hanno un ruolo istituzionale e si esprimono, ma quando si esprimono dobbiamo tener conto che lo fanno in modo articolato e quindi ci sta anche che applichino degli algoritmi per la crescita che sono differenti da quelli che noi applichiamo: se si prendono 10 economisti e li si mette al lavoro, potranno dare indicazioni diverse sulle previsioni di crescita».

Il punto è comunque che il Colle ha detto la sua, che vuole garantire gli equilibri costituzionali e che i giallo-verdi non sembrano gradire granché questo tipo di discorso.

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