Il fiume Sarno sparito sotto tonnellate di plastica: «Griglie inutili»

Il fiume Sarno sparito sotto tonnellate di plastica: «Griglie inutili»
di Fiorangela d'Amora
Domenica 4 Novembre 2018, 08:00
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Tonnellate di plastica sul letto del fiume Sarno, un tappo di immondizia bloccato da un tronco caduto dalla riva a causa del maltempo. L'ennesima scena di degrado per chi vive ai margini del fiume più inquinato d'Europa, simbolo di incuria, abbandono e sperpero di denaro pubblico. Siamo in via Fondo d'Orto a Castellammare, le piogge di venerdì mattina hanno causato danni su tutto il territorio cittadino, lungo il Sarno la «solita» esondazione di un fiume ingrossato da rifiuti che raccoglie nei 24 km che il corso d'acqua percorre da Solofra fino alla foce stabiese. Nessuna griglia di contenimento, nessuna depurazione che tenga, la scena che si sono trovati di fronte i residenti e tecnici stabiesi ieri mattina ha dell'incredibile e riporta alla mente la montagna di soldi spesa per il recupero del Sarno e i ritardi accumulati.
 


Gli ultimi fondi sono arrivati nel 2014 dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), 150 milioni di euro per ripristinare e recuperare il bacino del Sarno. Il progetto partiva dalla Regione Campania e andava di pari passo con l'interessamento dell'Unione Europea per il recupero, quantomeno parziale, del fiume. Fondi europei dopo anni di inchieste e commissioni parlamentari che a nulla avevano portato, fino ad arrivare a ieri mattina, quando il corso d'acqua ha mostrato la sua condizione in tutta la sua drammaticità. Quintali di plastica accumulata a pochi passi dalla foce, proveniente da sversamenti illegali, dal malfunzionamento delle griglie o ancora da quello che il fiume trascina con sè quando le piogge alzano il livello dell'acqua. Ipotesi che da ieri sono al vaglio di amministratori e tecnici. Quello che è certo invece è che i fondi europei erano destinati a preservare la sicurezza e la salute delle 900mila persone che vivono nell'area oltre alla realizzazione di un sistema idraulico per ridurre in modo significativo i rischi di alluvione e l'adozione di misure di protezione e riqualificazione ambientale. Se le opere siano state effettuate o meno, se il collegamento all'impianto di depurazione delle reti fognarie dei comuni coinvolti (previsto entro il 2009) sia terminato o meno è alquanto palese. «Abbiamo evitato l'ennesimo scempio ambientale - commenta Gaetano Cimmino, sindaco di Castellammare - se il tronco d'albero non fosse caduto a bloccare il corso del fiume tutta quella plastica sarebbe finita in mare. Sono pronto a presentare un esposto alla Procura della Repubblica e portare il caso in Parlamento».
 
Sono le sette di sera, Cimmino è stato per ore in via Fondo d'Orto assieme ai Vigili del Fuoco, Municipale, Capitaneria, tecnici comunali e regionali per capire il dafarsi. Togliere il tronco avrebbe significato liberare tutta quella plastica in mare, non rimuoverlo prima delle piogge imminenti sarebbe stato invece un rischio concreto per le decine di famiglie che vivono ai margini del fiume. Le operazioni sono cominciate in serata e con massima urgenza. «Ieri mattina abbiamo mandato due pattuglie da Castellammare e Torre Annunziata dopo la segnalazione di un tronco caduto sul letto del fiume, in prossimità di case - spiega il capitano di corvetta Valerio Massimo Acanfora - ma quando siamo arrivati sul posto abbiamo capito che il problema vero non era l'albero ma il materiale che intanto si era accumulato e che rischiava di finire in mare». Sono cominciati così i contatti tra il comandante della Capitaneria stabiese Ivan Savarese e il sindaco Gaetano Cimmino.

«Mi arrivavano notizie allarmanti - spiega il primo cittadino - fin quando non ho deciso di dirigermi personalmente e quello che ho visto è vergognoso».
Solo quando la ruspa della Dg Scavi comincia la rimozione dei rifiuti, Cimmino lascia l'area. «Castellammare non può più subire così, noi siamo vittime due volte. La prima perché le condizioni delle rive e del fiume stesso ci causano ad ogni pioggia esondazioni in via Ripuaria con danni a cose e persone. La seconda perché la nostra costa non è balneabile proprio a causa del Sarno e della sua mancata bonifica. La responsabilità di quanto accaduto - conclude il primo cittadino - è dei comuni che si trovano prima di noi, di chi sversa illegalmente, di chi dovrebbe fare la manutenzione e non la fa». E in questo caso la Regione che ha la giurisdizione per l'alveo del fiume è il primo ente contro cui Cimmino punta il dito. «I Comuni sono responsabili degli sversamenti allegali - spiega il sindaco - ma Palazzo Santa Lucia dovrebbe controllare e manutenere il fiume e i suoi argini». Le operazioni lungo il fiume sono durate fino a notte fonda, la ruspa alle 20 aveva già riempito un cassone da 25 metri cubi di plastica e materiale accumulato nel Sarno.

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