Einaudi Series

Einaudi Series
Venerdì 9 Novembre 2018, 21:26
1 Minuto di Lettura
Da quando Einaudi è sbarcata su Facebook, c’è una iperproduzione di video con suoi autori, in pratica una web serie dove tutti i protagonisti hanno capito qualcosa, e sommando le loro auto-interviste, anzi montandole, verrà fuori anche il terzo mistero di Fatima o a che ora sarà la fine del mondo, chissà. Intanto, tra attempate balene e giovani crostacei – in una versione horror di “Moby Dick” – traspare la “sgangherata verità”: la riscoperta flaianesca del divertimento è stata inutile. Bisogna essere seri e impegnati fino al punto di far guadagnare i gradi del contemporaneo al vecchio fascismo, con l’hashtag. Tra aspirazioni e invettive, restituzioni di sé e del prossimo contiguo, pose giuste e recitazioni posticce, si consuma il già logoro sogno di Giulio Einaudi. In assenza di lingua si muore per sopraffazione di trama e racconto di questa. Non bastavano le pagine, si aggiungono le immagini in movimento. In una inversione di tendenza: dove l’immagine (con cinema e tivù) liberava, ora condanna. Dove c’era l’invenzione ora c’è avidità, animata dall’esagerazione. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA