Vigili, a Napoli lo scandalo dei permessi per non andare a lavorare: boom di richieste nelle feste

Vigili, a Napoli lo scandalo dei permessi per non andare a lavorare: boom di richieste nelle feste
di Luigi Roano
Sabato 10 Novembre 2018, 23:24 - Ultimo agg. 12 Novembre, 06:55
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Pochi, mal equipaggiati, anzianotti, è tutto vero. Così come è vera - tuttavia - la costante che vede i vigili urbani napoletani finire in quel limbo che c’è tra il godere dei propri diritti e la malizia di approfittarne al punto da sembrare i classici «furbetti» del posto pubblico. Ricordate, giusto per fare un esempio, i permessi sindacali per assemblee la notte di San Silvestro? I poliziotti municipali ci sono ricascati. Questa volta lo scontro tra sindacati dei caschi bianchi e amministrazione è sui permessi studio. Quelli in particolare di cui fruiscono coloro che sono iscritti alle università telematiche, alle cosiddette piattaforme «e-learning». Che hanno chiesto «permessi studio» proprio qualche giorno prima delle festività natalizie, e di altre feste comandate come quelle prima e subito dopo i riti per il patrono San Gennaro, o al rientro dalle ferie. Più che la corsa per indossare la corona d’alloro, quella dei poliziotti municipali somiglia a una scorciatoia per esimersi da determinati turni di lavoro. 

I FATTI
Sacrosanto il diritto allo studio, ma possibile prendersi tali permessi nelle festività natalizie (e ci risiamo) oppure durante le festività del patrono San Gennaro o a cavallo di Pasqua? Si può studiare mentre si prepara il cenone? Oppure piazzare i permessi appena si rientra dalle ferie o subito prima? Questo il fenomeno che ha fatto scattare l’allarme a Palazzo San Giacomo che ha analizzato e tirato fuori i dati dei permessi degli ultimi due anni e, sulla scorta dello studio, ha fatto partire una «disposizione» dell’area legale che - nella sostanza - è una severa stretta sui permessi studio indirizzata agli studenti iscritti ai corsi di un paio di università telematiche. Da non sottovalutare nemmeno la pressione da parte del resto dei vigili urbani, quelli non studenti, per una maggiore regolarizzazione dei permessi studio. Infatti, a ogni ora di permesso erogato corrisponde un’ora di lavoro in più o più pesante per chi non è studente. 

IL FENOMENO
La disposizione - che è del 2 novembre - racconta bene quali siano i timori del Comune e del comando di via De Giaxa che ha posto un preciso interrogativo sulla concessione dei permessi studio in ragione dell’aumento delle iscrizioni effettuate dal personale alle università telematiche». I poliziotti municipali studenti sono complessivamente 147 di cui 100 iscritti alle università telematiche negli ultimi 2 anni. Palazzo San Giacomo ha varato una stretta con tanto di sanzioni se i permessi non sono sottoscritti dalle università. La reazione dei sindacati è veemente tanto che hanno ritenuto «non ricevibile la disposizione» partorita dall’Avvocatura. 

 

LO STUDIO VIRTUALE
Prima di approfondire le sanzioni occorre capire come funzionano le università telematiche. Per farla molto in breve basta sapere che chi si iscrive alle Università telematiche gode della teledidattica, vale a dire che si può scaricare la lezione dell’argomento sul quale deve dare l’esame, nella sostanza la lezione non è in streaming, non è in diretta, di conseguenza ha molta libertà sotto il profilo degli orari rispetto a chi si iscrive a corsi tradizionali e deve andare in aula a seguire le lezioni. Chiarito questo aspetto, si può intuire come è stata strutturata la stretta del Comune sui permessi studio. I vigili studenti devono «tassativamente produrre una precisa attestazione redatta dalla Facoltà telematica» che deve contenere questi elementi. «Orario e durata delle connessioni che devono coincidere con l’orario di lavoro previsto». E, in secondo luogo, serve una «certificazione redatta dalla Facoltà universitaria che dovrà attestare che le elezioni potevano essere seguite unicamente nell’orario di servizio e nella giornata per la quale il dipendente ha richiesto il beneficio». E qui si è scatenata la bagarre dei sindacati. Perché la caratteristica delle Università telematiche è che lo studente può seguire quando gli pare le lezioni proprio per la natura di questo tipo di università. Al Comune si sono interrogati proprio sul perché questi permessi coincidessero sempre con i turni di lavoro, anzi, «con particolari turni di lavoro».

I SINDACATI
Tutti i sindacati in maniera compatta dallo Csa a Cgil, Cisl e Uil passando per lo Snavu chiedono il ritiro della disposizione perché «irricevibile».

In particolare il Csa, che conta il maggiore numero di iscritti, ritiene che il secondo punto della disposizione sia da respingere «proprio perché la piattaforma può essere sfruttata per seguire i corsi in qualsiasi ora del giorno e della notte». 

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