Cadono dal cestello elevatore, morti due operai a Taranto

Taranto, morti due operai: caduti da un cestello elevatore
Taranto, morti due operai: caduti da un cestello elevatore
Martedì 13 Novembre 2018, 10:11 - Ultimo agg. 14 Novembre, 09:53
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TARANTO - Prima di salire sulla gru si erano fermati a prendere un caffè in un bar della zona. Erano da poco passate le 7.30, stamane, quando due operai impegnati in lavori di rifacimento della facciata di una palazzina di via Galeso sono precipitati al suolo, dopo un volo di quasi 15 metri, per l'improvviso ribaltamento del cestello sul quale stavano operando.

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L'impatto è stato fatale per Giovanni Palmisano, di 33 anni, titolare della ditta Gioedil srl di Locorotondo (Bari), e per Angelo D'Aversa, 54enne di Statte (Taranto), dipendente di un'altra azienda edile impegnata nei lavori di ristrutturazione dell'immobile. Le due vittime non indossavano i caschi di protezione né erano imbracate alla piattaforma di elevazione presa a noleggio. Per cause in corso di accertamento, si è sganciato parzialmente il braccio della gru, provocando il ribaltamento del cestello in corrispondenza del terzo piano dell'edificio. Il 54enne è morto sul colpo, il secondo poco dopo. Inutili sono risultati i tentativi di rianimazione da parte degli operatori del 118. Sgomento e incredulità nel quartiere Tamburi, a ridosso dell'Ilva. Una volta che si è diffusa la notizia, sul luogo dell'incidente si sono radunate decine di persone.

«Ho sentito un tonfo - ha riferito un negoziante - e sono uscito per controllare cosa fosse accaduto. Ho notato i due uomini esanimi sul selciato e ho capito che non c'era più nulla da fare. Li vedevamo spesso e davamo loro il buongiorno. Ci eravamo salutati poco prima». I lavori di ristrutturazione a quella palazzina privata di via Galeso, non distante da una stazione di servizio, erano iniziati una decina di giorni fa. Alla Polizia e ai funzionari dello Spesal (Servizio di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro) spetta il compito di ricostruire la dinamica e le responsabilità. La procura di Taranto ha aperto un'inchiesta e disposto il sequestro del mezzo. «Se avessero indossato la cintura - ha chiosato un residente - si sarebbero salvati. Se lavori a un'altezza del genere devi essere imbracato al carrello elevatore. Non si può morire così». L'incidente, sottolineano le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil e di categoria di Fillea, Filca e Feneal di Taranto, «si è verificato non negli ambiti classici dell'impiantistica industriale, ma in un normalissimo cantiere edile di un condominio. Segno evidente che il tema della sicurezza e il rispetto delle regole stentano ancora ad entrare nel Dna di tutti i tipi di imprese».

Per dopodomani era già stato fissato un incontro per discutere la bozza di protocollo per la sicurezza dei lavoratori nel settore dell'edilizia proposta dalla Prefettura, che ha lo scopo di potenziare gli strumenti di prevenzione e formazione. «L'incidente avvenuto a Taranto - afferma il presidente di Ance Puglia Nicola Bonerbaera - era evitabile e doveva essere evitato; sarebbe bastato osservare quegli accorgimenti di sicurezza e di buon senso che la legge impone per quel tipo di cantieri». «Attraverso i nostri enti bilaterali CPT, Formedil e Cassa Edile - conclude Bonerba - continueremo a investire nella formazione professionale dei lavoratori delle nostre imprese e nella cultura della sicurezza, rafforzando l'idea che si tratti di un valore aggiunto per le imprese e non un costo». L'arcivescovo di Taranto Filippo Santoro esprime «vicinanza alle famiglie delle vittime» e lancia un monito: «Non conosciamo i dettagli su quanto accaduto, nulla sappiamo sulle cause che saranno accertate dalle autorità competenti; quel che non ci stancheremo mai di pretendere è che il lavoro sia sicuro, che vengano rispettate tutte le prescrizioni che spesso vengono ignorate o aggirate, cosa che in tanti casi i lavoratori sono costretti ad accettare a causa della necessita di garantirsi un reddito».
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