«Moscati, un lampo nell'eterno», visita teatralizzata al complesso degli Incurabili

«Moscati, un lampo nell'eterno», visita teatralizzata al complesso degli Incurabili
Mercoledì 14 Novembre 2018, 16:32
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Il 16 novembre viene celebrata dalla Chiesa italiana la memoria liturgica di San Giuseppe Moscati, il "medico santo", NarteA in occasione della ricorrenza, sabato 17 novembre (ore 18.30) propone la visita guidata teatralizzata “Giuseppe Moscati, un lampo nell'eterno”. A condurre gli ospiti negli ambienti del Museo delle Arti Sanitarie e della Farmacia storica del Complesso degli Incurabili, saranno i medici volontari dell'Associazione Il faro d'Ippocrate. Testi e regia della visita sono a cura di Febo Quercia, interpretati da Raffaele Ausiello, Mario Di Fonzo, Annalisa Direttore, Irene Grasso. Per partecipare all’evento è necessaria la prenotazione ai numeri 339 7020849 o 333 3152415. Il costo del biglietto è di 15 euro.

La visita teatralizzata di NarteA vuole rievocare la figura di San Giuseppe Moscati, uomo di scienza e carità, che ha profuso l'intera esistenza nella cura disinteressata dei poveri, dedicandosi senza sosta anche alla ricerca scientifica, che lo condusse a importanti scoperte. Moscati, grande innovatore della medicina, sarà proclamato santo, per il coraggio mostrato, non solo in circostanze eccezionali quali l'eruzione del Vesuvio o l'epidemia di colera che funestò la città di Napoli nel 1911, ma soprattutto per l'impegno quotidiano a favore dei malati più poveri. La dedizione nella cura dei degenti non sottrae tempo allo studio e alla ricerca medica, che Moscati portò avanti attuando un concreto equilibrio fra scienza e fede cattolica. Per concentrarsi sul lavoro in ospedale e restare accanto agli infermi, ai quali era molto legato, nel 1917 rinunciò all'insegnamento e alla cattedra universitaria lasciandola all'amico professore Gaetano Quagliariello.

Nel 1922 conseguì la Libera Docenza in Clinica Medica generale, con dispensa dalla lezione o dalla prova pratica ad unanimità di voti della commissione.
Numerose sono le sue ricerche che trovarono pubblicazione su riviste italiane e internazionali; importantissime, quelle pionieristiche sulle reazioni chimiche del glicogeno. A soli 46 anni, dopo un improvviso malore, morì sulla poltrona di casa. È il 12 aprile 1927: “Oggi Napoli ha perduto un grande medico, ma i poveri hanno perso tutto”, così viene comunicata la notizia della morte di un medico destinato ad essere ricordato per l'eternità. La notizia della morte si diffuse rapidamente, e alle esequie vi fu una notevole partecipazione popolare. Il 16 novembre del 1930 i suoi resti furono traslati dal Cimitero di Poggioreale alla Chiesa del Gesù Nuovo, racchiusi in un'urna bronzea, ad opera dello scultore Amedeo Garufi. È il 16 novembre del 1975, quando ci fu la beatificazione in Piazza San Pietro ad opera del pontefice Paolo IV. Una data che ricorre per ricordare l’umanità e la carità di un uomo comune diventato santo.
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