Tim, timone a Gubitosi. Ma Vivendi è pronta a dichiarare battaglia

Tim, timone a Gubitosi. Ma Vivendi è pronta a dichiarare battaglia
Domenica 18 Novembre 2018, 18:00 - Ultimo agg. 19 Novembre, 09:58
5 Minuti di Lettura

Il cda di Tim ha nominato Luigi Gubitosi amministratore delegato del gruppo telefonico. Commissario straordinario di Alitalia, ex dg della Rai ed ex ad di Wind, Gubitosi prende il posto di Amos Genish, sfiduciato martedì scorso a maggioranza del cda.

Luigi Gubitosi è stato eletto con nove voti a favore su quindici. Per il commissario straordinario di Alitalia, che in consiglio si è astenuto, si sono espressi tutti i consiglieri eletti nella lista Elliott. Contrari invece i cinque rappresentanti di Vivendi.

Il comitato nomine di Tim si era riunito questa mattina e aveva designato a maggioranza Gubitosi quale nuovo amministratore delegato e direttore generale del gruppo. L'indicazione Gubitosi è passata a maggioranza nel comitato nomine del gruppo. Contro la proposta si sarebbero schierati, a quanto si apprende da fonti finanziarie, i due rappresentanti del gruppo francese Vivendi presenti nel comitato, Michele Valensise e Giuseppina Capaldo mentre Alfredo Altavilla, Rocco Sabelli e Paola Bonomo, espressione del fondo Elliot, avrebbero sostenuto Gubitosi.

I dieci consiglieri di Tim espressi dal fondo Elliott trovano dunque la quadra nel pasticcio seguito al blitz di martedì che ha messo alla porta l'ex amministratore delegato Amos Genish. Alla vigilia del cda chiamato a nominare il successore e a al termine di una serie di riunioni telefoniche, tutti e dieci (sui 15 totali che compongono il board) si sono ricompattati a sostegno di Gubitosi, grazie al passo indietro di Alfredo Altavilla rimasto quasi isolato dopo essere stato superato in pole position dall'attuale commissario di Alitalia.

Prima che, anche grazie al lavoro del presidente Fulvio Conti, si uscisse dall'impasse, per l'ex direttore generale della Rai e, prima, capo di Wind, si contavano sette voti a favore (compreso Gubitosi stesso) mentre l'ex braccio destro di Sergio Marchionne in Fca poteva contare soltanto su sé stesso e sul sostegno di Massimo Ferrari. Incerto Rocco Sabelli, uno dei primi papabili all'incarico, più propenso a confermare le deleghe a Conti fino alla prossima assemblea in mancanza di un fronte compatto su un unico candidato.

Una posizione non lontana da quella del fondo Elliott, socio di Tim con l'8,8% (dietro a Vivendi che ha il 23,9%), che auspicava un'ampia maggioranza sul nome del nuovo ad. Per quanto riguarda l'azionista francese, il voto dei suoi cinque consiglieri, Genish compreso, è stato contrario al candidato dei dieci di Elliott. Nella gara Altavilla sarebbe stato penalizzato dai dubbi sulla sua mancanza di esperienza nel settore delle tlc e nei rapporti con la politica in un momento in cui il governo prepara il terreno per lo scorporo della rete di Tim.

Una sorta di via libera a Gubitosi è arrivato dal vicepremier Luigi Di Maio: «Ci dovrà essere un commissario assieme a quelli che ci sono per arrivare allo stesso obiettivo che ci siamo dati come governo fino ad ora, cioè rilanciare Alitalia», ha replicato a una domanda su un eventuale passaggio del manager al vertice di Tim. Riguardo alla rete Di Maio ha detto che «su Tim noi siamo impegnati a creare un player unico della connettività». La «nostra ambizione è creare un player unico che consenta di fare arrivare la connessione a tutti gli italiani», ha ribadito.

L'ultima esperienza è stata quella di Commissario straordinario di Alitalia. Ma il curriculum di Luigi Gubitosi, napoletano, 57 anni, è lungo e articolato, condito da esperienze sia nel privato che nel pubblico, molta pratica sulla finanza e capacità di gestire aziende complesse e tutt'altro che in salute come la Rai e la compagnia di bandiera. Laurea in giurisprudenza all'Università di Napoli, studi alla London School of Economics e un master alla prestigiosa business school Insead di Fontainbleau, Gubitosi spende i primi vent'anni della sua carriera all'interno del gruppo Fiat, di cui diventa direttore finanziario prima di uscire dal gruppo nel 2005, poco dopo l'arrivo di Sergio Marchionne.

Trasloca nella Wind di Naguib Sawiris, di cui, in qualità di Cfo, sarà ancora una volta uomo dei numeri e della finanza prima di diventare tra il 2007 e il 2011, amministratore delegato.

Trovandosi a gestire, come ora in Tim, di cui è appena stato nominato ad, un debito molto importante, frutto della scalata a leva fatta nel 2005 dal magnate egiziano. Dopo una parentesi durata meno di un anno come country manager dell'Italia e responsabile della divisione di corporate & investment banking della banca d'affari Bofa-Merrill Lynch, passa alla Rai di cui è direttore generale per tre anni, fino all'agosto del 2015. Nel servizio pubblico viene chiamato dall'allora premier Mario Monti, che gli affida il compito di risanare i conti, missione che Gubitosi porta a termine tagliando costi e quotando Rai Way. Dall'ottobre del 2015 diventa partner del fondo di private equity Advent International e dal maggio 2017 è commissario straordinario di Alitalia, di cui sta gestendo in prima persona la difficile missione di risanamento e rilancio. Dispone di un riconoscimento di analista finanziario (Chartered Financial analist) rilasciato dal Cfa Institute statunitense

© RIPRODUZIONE RISERVATA